Roma, 4 set – L’Italia non riesce a liberarsi dai veleni che negli anni le industrie hanno disseminato lungo l’intero Paese. Il risanamento dei 41 siti di interesse nazionale è infatti letteralmente fermo al palo: a più di vent’anni di distanza dall’approvazione del programma nazionale di bonifica, in 13 di questi siti lo stato di avanzamento dei lavori è fermo allo 0%, in altri cinque all’1%.

“Palude Italia” è il titolo scelto per la copertina del numero di settembre di Nuova Ecologia, dedicata alle bonifiche, un’emergenza nazionale di cui si parla troppo poco, ma alla quale l’Italia deve dedicare le sue migliori forze, economiche e umane. Il perché lo spiegano i dati del rapporto Sentieri, lo studio epidemiologico promosso dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità.

Nei 319 comuni interesse nazionale si muore di più (5.267 fra gli uomini, 6.725 tra le donne), ci si ammala di più (i tumori sono in eccesso negli ultimi 5 anni di 1.220 casi fra gli uomini e 1.425 fra le donne) e si registra un eccesso di 22 mila ricoveri in età pediatrica.

C’è anche a un’altra emergenza, quella che riguarda Venezia, invasa da 74 turisti per ogni singolo residente, una sproporzione che diventa spaventosa considerando il solo centro storico: 370 a 1. Un’orda che arriva nella Serenissima con ogni mezzo di trasporto: bus, treno, automobile e ovviamente con le grandi navi da crociera, di cui tanto si è parlato e che tanti danni provocano alla laguna. Non a caso l’UNESCO ha messo la città nel mirino e nel 2020 valuterà se inserirla nella lista nera dei siti in pericolo o riammetterla tra quelli tutelati.