Roma, 12 set – La penultima decisiva riunione del direttorio Bce sotto la presidenza Draghi non ha deluso le attese, anzi: l’istituzione monetaria ha varato un ampio e consistente pacchetto di stimoli all’economia. Soprattutto ha subito riavviato il programma di acquisti di titoli di Stato, il Quantitative easing, che da novembre ripartirà al ritmo di 20 miliardi di euro al mese. E con uno schema aperto per la sua conclusione, dato che al momento è previsto “fin quando necessario, per rafforzare l’impatto accomodante dei tassi” e concludersi “poco prima” che l’istituzione inizi ad alzare i tassi.

La Bce ha poi tagliato, come ampiamente atteso, di 10 punti base il tasso di interesse sui depositi che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa istituzione, che da livelli già negativi calerà così al meno 0,50 per cento. Confermato invece a zero il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento nell’area euro e allo 0,25 quello sulle operazioni marginali, livelli che ora aggancia esplicitamente a una consistente risalita delle prospettive di inflazione a livelli “sufficientemente vicini al 2 per cento.

La Bce ha introdotto misure di salvaguardia a favore delle banche dalle ricadute negative dei tassi ultra bassi sui depositi: parte dell’eccesso di liquidità degli istituti verrà infatti esentato da questi tassi negativi. Infine, nell’ambito dei nuovi maxi rifinanziamenti agevolati a favore delle banche, ha nuovamente previsto che parte di questi prestiti possano essere erogati a tassi negativi, fino a quello dei depositi, per le banche che mostrino di erogare prestiti all’economia reale oltre un certo livello.

L’euro ha reagito agli annunci con un repentino calo sotto quota 1,10 dollari.