Roma, 11 set – L’investimento sostenibile è un tema caldo per il settore dell’asset management negli ultimi anni. I Principles for Responsible Investment delle Nazioni Unite, lanciati più di dieci anni fa, sono oggi un progetto globale in crescita, con più di 2.300 membri che rappresentano complessivamente 85 trilioni di dollari USA in asset gestiti.

Ipotizzando che i clienti privati debbano essere altrettanto entusiasti dei prodotti sostenibili, Vontobel Asset Management ha commissionato un sondaggio che ha visto intervistare 4.600 persone in 14 Paesi per scoprire cosa pensano realmente gli investitori. I risultati su base globale hanno dimostrato che, sebbene gli investitori seguano principi sostenibili nella loro vita quotidiana, la loro consapevolezza delle opportunità di investimento sostenibile è limitata, il settore ha ancora molta strada da fare prima che i criteri ESG diventino centrali per gli interessi degli investitori al dettaglio.

L’ESG – rileva lo studio – rimane un approccio molto minoritario nel mondo degli investimenti e del risparmio. A livello globale, solo il 29% degli intervistati ha preso decisioni di risparmio e di investimento secondo i principi ESG. In Italia, la percentuale destinata a questo tipo di investimento è una delle più alte con il 41%, il che porta l’Italia in prima linea tra i Paesi che hanno partecipato allo studio.

In media, il 59% degli intervistati non sa nemmeno che un approccio ESG al risparmio e all’investimento sia possibile. Sorprendentemente i rispondenti della Norvegia e del Regno Unito, che si presume siano all’avanguardia in questo campo, sono i meno propensi ad aver investito in questo approccio. In particolare, il 75% e il 61%, rispettivamente, non hanno mai sentito parlare dell’argomento. In Italia, questa percentuale è del 47%, contro una media del 59%.

Una delle ragioni della mancanza di conoscenza tra gli investitori è la carenza di informazioni. Lo studio dimostra che gli investitori sono interessati ad adottare un approccio ESG e hanno bisogno di sostegno e consulenza per trasformarlo in un processo decisionale finanziario. In particolare, il 47% dei partecipanti allo studio afferma di desiderare maggiori informazioni dai propri intermediari. Solo il 17% dei partecipanti all’indagine su oltre 4.600 investitori ha ricevuto una proposta dal proprio consulente in merito alle opportunità ESG. Questa percentuale sale al 18% in Italia.

Si tratta chiaramente di un’opportunità per i fornitori di prodotti e i consulenti finanziari per iniziare a colmare il gap di conoscenza e quindi incoraggiare gli investimenti ESG. La necessità esiste ed è dimostrata da alcuni risultati incoraggianti di questa indagine, che rivela che gli investitori italiani sarebbero disposti a destinare il 49% di un ipotetico portafoglio di 100.000 euro ad investimenti in linea con questi principi.

“Dobbiamo dimostrare – afferma Matteo Villani, responsabile di Vontobel Asset Management Italia – che ESG non sacrifica la performance. Infatti, investire in aziende che affrontano aspetti sostenibili è in grado di mitigare i rischi ed è più redditizio nel lungo termine”. Lo studio mostra che il 23% degli intervistati italiani ritiene che le aziende che si comportano in modo etico saranno più redditizie nel lungo termine.

Inoltre, in Italia, la percentuale di risparmiatori che affermano che abbandonerebbero l’investimento in un’azienda se non si comportasse in modo etico è del 43%, leggermente inferiore alla media dello studio, 45%.