Roma, 18 set – Nel secondo trimestre 2019 si osserva un aumento dell’occupazione sia rispetto al trimestre precedente sia su base annua. Tale dinamica si è sviluppata in un contesto di sostanziale ristagno dell’attività economica confermata, nell’ultimo trimestre, da una variazione congiunturale nulla del Pil; l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) registra un’analoga variazione nulla sotto il profilo congiunturale e una lieve crescita a livello annuo (+0,4). E’ quanto emerge dalla nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione a cura di Istat, ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Inps, Inail e Anpal

Il tasso di occupazione destagionalizzato si porta al 59,1% (+0,3 punti in confronto al trimestre precedente); l’aumento riguarda sia le donne sia gli uomini e interessa tutte le classi di età. Prosegue la crescita tendenziale dell’occupazione dipendente in termini sia di occupati (+0,5%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia di posizioni lavorative riferite ai settori dell’industria e dei servizi (+1,4%, Istat, Rilevazione Oros).

Lo stesso andamento si riscontra nei dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate (+379 mila posizioni lavorative nel secondo trimestre 2019 rispetto al secondo del 2018) e in quelli dell’Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private (+271 mila posizioni lavorative al 30 giugno 2019 rispetto al 30 giugno 2018). L’aumento tendenziale delle posizioni lavorative dipendenti interessa tutte le classi dimensionali d’impresa.

Il lavoro indipendente, secondo la rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, per il secondo trimestre consecutivo mostra una crescita congiunturale (+17 mila occupati, +0,3%) mentre diminuisce su base annua (-19 mila occupati, -0,4%). Le posizioni lavorative dipendenti, nei dati destagionalizzati, presentano un incremento congiunturale. Nel secondo trimestre 2019, in base alle CO, le attivazioni sono state 2 milioni 535 mila e le cessazioni 2 milioni 446 mila, determinando un saldo positivo di 89 mila posizioni di lavoro dipendente. La crescita riguarda tutti i settori di attività economica, soprattutto i servizi (+76 mila), mentre l’industria in senso stretto (+7 mila) e le costruzioni (+5 mila) mostrano incrementi meno rilevanti. Andamenti simili si riscontrano nelle posizioni lavorative dei dipendenti del settore privato extra-agricolo (Istat, Rilevazione Oros) dove la variazione congiunturale di +0,3% (+36 mila posizioni) è dovuta ad aumento più contenuto nell’industria in senso stretto (+0,1%, +3 mila posizioni) rispetto ai servizi (+0,3%, +29 mila) e alle costruzioni (+0,5%, +4 mila).