Roma, 26 set  – La Bce sta facendo nuovamente la sua parte nel sostegno all’economia, ma richiama ancora una volta i governi dei Paesi dell’area euro che dispongono di margini per interventi di Bilancio, come quello della Germania: “dovrebbero agire in maniera efficace e tempestiva” per contrastare il rallentamento della crescita che risente della frenata globale. Nei paesi con elevati debiti, invece, come l’Italia, vanno perseguite “politiche prudenti, che creino le condizioni affinché gli stabilizzatori automatici operino liberamente”. Le raccomandazioni sono contenute nell’ultimo bollettino economico.

Nella riunione del 12 settembre scorso, il Consiglio direttivo ha reagito alla frenata dell’economia e al ritardo mostrato dall’inflazione nel risalire ai valori auspicati varando un nuovo e ampio pacchetto di stimoli. Con queste misure “la Bce – prosegue la pubblicazione – intende fornire un considerevole stimolo monetario per assicurare il perdurare di condizioni finanziarie molto favorevoli, che sostengano l’espansione dell’area dell’euro, l’accumularsi di pressioni interne sui prezzi attualmente in corso e quindi la stabile convergenza dell’inflazione sul valore perseguito nel medio termine”.

“Il Consiglio direttivo ha ribadito la necessità di un orientamento di politica monetaria fortemente accomodante per un prolungato periodo di tempo. In prospettiva – aggiunge la Bce – esso è quindi pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, nella maniera che riterrà opportuna, per assicurare che l’inflazione si diriga stabilmente verso il livello previsto, in linea con l’impegno ad adottare un approccio simmetrico nel perseguimento del proprio obiettivo”.

Guardando al caso specifico dell’Italia, l’istituzione rileva come lo spread, il differenziale di rendimento tra Btp decennali italiani e Bund della Germania, sia calato di 1,1 punti percentuali, o 110 punti basi, negli ultimi mesi “in seguito alle attese e alla successiva formazione di un nuovo governo”. Una eccezione in un contesto generale in cui “i differenziali sulle obbligazioni sovrane sono rimasti ampiamente stabili” tra giugno e settembre.