Washington, 18 ott – L’economia mondiale sta frenando con un “rallentamento sincronizzato” ma, prima che sia troppo tardi, la comunità internazionale può mettere in atto “cinque priorità” per rimettere la crescita in carreggiata: sul commercio, la politica monetaria, le politiche di bilancio, le riforme strutturali e la cooperazione. E’ il messaggio che il nuovo direttore del Fondo Monetario Internazionale, la bulgara Kristalina Giorgieva, ha voluto inviare nella sua conferenza stampa d’esordio agli incontri annuali di Fmi e Banca Mondiale.

Per descrivere la rischiosità della situazione attuale Georgieva ha attinto a una citazione di Puskin: “Il respiro dell’autunno inizia a ghiacciare la strada”.

“Ed è appropriato cominciare con questa frase – ha sottolineato – dato lo scenario globale. Quest’anno stiamo prevedendo un rallentamento della crescita globale: 3% nel 2019, 3,4% nel 2020. In entrambi i casi si tratta di una revisione al ribasso rispetto alle stiome di aprile. In termini di PIl quasi il 90% dei Paesi del mondo stanno registrando una crescita rallentata” con un vero e proprio “rallentamento sincronizzato”.

Un peggioramento, ha sottolineato la numero uno dell’istituzione di Washington, che è stato provocato da diversi fattori le tensioni commerciali internazionali insieme all’incertezza legata a nuove tensioni politiche e alla Brexit, che “stanno frenando la crescita e stanno provocando rischi su questa strada”.

Cosa fare? “Vediamo – sottolinea Gergieva – cinque priorità. La prima riguarda il tornare indietro sui danni provocati al commercio e trovare una soluzione duratura che ci aiuti a costruire un sistema commerciale più forte. Siono stata incoraggiata dagli annunci della scorsa settimana di Usa e Cina e i nostri incontri di questa settimana sono un’opportunità per tutte le parti in causa di avanzare spostandosi da una tregua commerciale a una pace commerciale”.

“La seconda priorità è quella di usare la politica monetaria saggiamente. Una politica accomodante – ha osservato – resta appropriata in molti Paesi e dev’essere sostenuta dall’indipendenza delle banche centrali e dalla comunicazione. Non possiamo ignorare, allo stesso tempo i rischi alla stabilità finanziaria che vengono dai rendimenti delle obbligazioni”.

Il direttore del Fmi passa poi
al terzo punto che riguarda “la politica fiscale, che deve
svolgere un ruolo più centrale. Ora è goiunto il momento, per i
Paesi che hanno spazio nei loro bilanci, di dispiegare tutto ciò
che può essere mobilitato in termini di potenza di fuoco sulla
spesa pubblica. Ovviamente con livelli di debito elevati a
livello globale questa soluzione non può funzionare comunque. Ma
quello che può essere fatto dovunque – e veniamo alla quarta
priorità citata da Georgieva – sono le riforme strutturali. I
ritardi nella produttività richiedono interventi più grandi, più
forti e inclusivi per una crescita più resisztente nel medio e
lungo periodo. Dobbiamo tutti trovare modi per risollevare la
produttività: dal taglio della burocrazia, all’aumento della
partecipazione delle donne alla forza lavoro, c’è una serie di
misure che i Paesi possono intraprendere per investire in un
futuro più dinamico. E dobbiamo essere consapevoli allo stesso
tempo delle perdite potenziali di lavoro derivanti dai processi
di automazione, dalle controversie commerciali e
dall’invecchiamento della popolazione. Tutti fattori – ha
sottolineato Georgieva – che rendono le riforme ancora più
urgenti e l’attenzione ai costi sociali delle riforme ancora più
urgente”.