Roma, 31 ott – Allarme sugli incendi boschivi dalla Commissione Europea: nel 2018 si è registrato un numero da record di Paesi colpiti. L’esecutivo comunitario ha pubblicato la relazione annuale sul fenomeno in Europa, Medio Oriente e Nord Africa. E se la superficie di foreste e terreni distrutti dal fuoco nell’Unione è calata a meno di un sesto del dato 2017, a 178.000 ettari, complessivamente secondo l’analisi i paesi colpiti da incendi di grandi dimensioni sono stati più numerosi che mai.

“Boschi e foreste sono vitali per far fronte all’emergenza climatica ed ecologica. Sono i nostri polmoni e il nostro sistema di supporto vitale e ospitano l’80% della biodiversità del pianeta. Eppure oggi più che mai sono in grave pericolo – ha avvertito Karmenu Vella, Commissario per l’Ambiente. Ogni ora vanno in fumo superfici equivalenti a 800 campi di calcio, con incendi devastanti che imperversano in tutto il mondo. Come dimostra la nostra recente azione in materia di disboscamento, l’UE è pronta a collaborare con i paesi partner per proteggere le foreste dell’U Ee del resto del mondo investendo nella prevenzione degli incendi boschivi”.

Il sistema europeo di informazione sugli incendi forestali ha mappato il maggior numero di incendi di almeno 30 ettari in Italia (147 incendi, 14.649 ha bruciati), Spagna (104 incendi, 12.793 ha bruciati), Portogallo (86 incendi, 37.357 ha bruciati), Regno Unito (79 incendi, 18.032 ha bruciati) e Svezia (74 incendi, 21.605 ha bruciati) l’anno scorso.

Secondo lo studio UE la Svezia ha registrato la peggiore stagione di incendi da quando se ne tiene traccia. La superficie totale bruciata registrata in Svezia, equivalente a oltre 21.605 ettari, è la seconda più elevata dell’Ue, posizione insolita per un paese del nord Europa. Sebbene il Portogallo si riconfermi come il paese che ha registrato il maggior numero di ettari andati in fumo, la superficie totale andata persa è stata solo una piccola frazione di quella registrata nel 2017, oltre che una delle più basse degli ultimi 10 anni.

Gli ecosistemi vulnerabili della rete Natura 2000, che ospitano numerose specie minacciate animali e vegetali, hanno perso 50.000 ha, equivalenti al 36% della superficie totale andata persa nel 2018. Nonostante la superficie complessiva incendiata sia stata inferiore agli anni precedenti, le temperature in Europa centrale e settentrionale si sono attestate al di sopra della media per la maggior parte dell’estate. Ciò ha determinato condizioni che hanno contribuito a far divampare e a diffondere gli incendi boschivi, con conseguenti perdite economiche e ambientali di ampia portata.

Nel 2018, prosegue l’analisi UE, in Europa il meccanismo di protezione civile dell’Unione è stato attivato cinque volte per rispondere ad incendi boschivi in Svezia, Grecia, Lettonia e Portogallo. Nel corso dell’estate sono stati mobilitati un totale di 15 aerei, 6 elicotteri e oltre 400 vigili del fuoco; l’Unione Europea ha finanziato i costi di trasporto per mobilitare il sostegno ai paesi colpiti, per un ammontare di 1,6 milioni di euro. Su richiesta degli Stati membri sono state prodotte oltre 139 mappe satellitari Copernicus sugli incendi boschivi. Inoltre, l’UE ha inviato in Portogallo esperti forestali provenienti da tutta l’Unione per una missione di prevenzione e preparazione destinata a potenziare la capacità del paese di gestire gli incendi boschivi.

Nel marzo 2019 è stato potenziato il meccanismo di protezione civile dell’UE e lanciato il programma rescEU, volto a rafforzare la protezione dei cittadini dalle catastrofi e la gestione dei rischi emergenti in Europa e altrove. Nell’estate del 2019 l’UE ha creato una prima flotta di aerei antincendio, che ha già dispiegato due volte per estinguere incendi boschivi in Grecia e in Libano. Inoltre, nel mese di luglio la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione in cui auspica un’intensificazione degli interventi dell’Ue contro il disboscamento e il degrado forestale e si è impegnata a intraprendere ulteriori azioni, tra cui la trasformazione del sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi in uno strumento di monitoraggio degli incendi di incolto su scala globale.

L’edizione 2018 della relazione annuale sugli incendi boschivi segnala inoltre che nel 2019 la stagione degli incendi è iniziata presto, a causa delle condizioni asciutte e ventose e delle temperature elevate. Nel mese di marzo di quest’anno il loro numero aveva già superato la media annuale registrata nell’ultimo decennio, con molti focolai in regioni di montagna e incendi di proporzioni critiche nel delta del Danubio.