Roma, 30 ott – In Italia circa 6 pacchetti di sigarette su 100 risultano non contribuire alle imposte dello Stato, provocando un danno causato dal mancato pagamento delle dovute accise e tasse. E’ quanto emerge da una ricerca di Empty Pack Survey. Lo studio analizza i pacchetti di sigarette abbandonati per le strade per verificare i prodotti non conformi e che, dunque, non contribuiscono al gettito erariale italiano. In quest’ultima categoria rientrano le sigarette contraffatte, di contrabbando e di marche definite illicit whites, cioé sigarette prodotte legalmente nel Paese di produzione, dove il consumo è minimo se non inesistente, ed esportate per essere vendute in modo illecito in altri Paesi, tra cui l’Italia, senza il pagamento delle dovute accise e imposte.
Tra tutti i pacchetti abbandonati e raccolti il 6,2% è risultato essere “non domestico”, confermando un trend in crescita rispetto ai tre mesi precedenti dello stesso anno (4,9%). Di questi, circa il 14,5% sono risultati contraffatti, sigarette che utilizzano illecitamente un marchio registrato con lo scopo di trarre in inganno il consumatore evadendo le tasse. Un fenomeno, quello della contraffazione di sigarette, in crescita in Europa, compreso l’Italia.
Un fenomeno, quello del commercio illecito di sigarette, che secondo le stime ufficiali della commissione europea equivale a perdite erariali Ue di circa 10 miliardi di euro. Anche i dati della Guardia di Finanza, pubblicati lo scorso giugno in occasione del 245esimo anniversario delle Fiamme gialle, certificano un fenomeno illecito di grande impatto per la comunità e le entrate erariali: 335 tonnellate di tabacchi lavorati esteri sono state sequestrate dai reparti della Gdf tra il gennaio del 2018 e il maggio del 2019.
La ricerca restituisce anche lo spaccato locale del traffico illecito in Italia e non sorprende che le zone più di confine, Udine e Trieste, importanti snodi di flussi e scambi commerciali legali e non, rappresentino le principali piazze. Segue il Napoletano, con Giugliano in Campania (25%), Napoli (22,4%), Pozzuoli (21,7%) e Torre del Greco (20,7%). In misura minore, ma comunque rilevante, si registrano numeri importanti di mercato illecito in Puglia e ad Ancona. Infine, nella zona Nord-Ovest della Sicilia si registrano numeri superiori alla media nazionale a Trapani (6,7%) e a Palermo (7,2%).