Roma, 11 nov – La transizione Low Carbon implica la necessità di coniugare le esigenze di sostenibilità ambientale con la garanzia di un approvvigionamento energetico sicuro, competitivo e stabile nel tempo. Per questo il gas naturale può essere uno dei protagonisti del futuro sistema energetico. Il basso impatto ambientale e l’elevata flessibilità – come emerge dall’analisi condotta da Confindustria in collaborazione con Nomisma Energia – ne fanno infatti il principale alleato delle fonti rinnovabili nella sostituzione dei combustibili fossili maggiormente inquinanti.

Il gas naturale è il combustibile fossile pulito per eccellenza: se comparato con il carbone per la generazione elettrica emette il 50% di CO2 in meno, il 90% di CO in meno. Nel 2017 il combustibile più impiegato ai fini energetici al mondo è stato il petrolio con 5 miliardi di tep (Tonnellata equivalente di petrolio), seguito dal carbone con 4 miliardi, mentre il gas naturale si trova al terzo posto (3,2 miliardi di tep), sopra alle energie rinnovabili (2 miliardi di tep) e al nucleare (0,7 miliardi di tep).

Le proiezioni considerano al 2040 un incremento di tutte le fonti energetiche ad eccezione del carbone, in quanto più inquinante. In tale prospettiva il gas naturale potrebbe divenire la seconda fonte energetica più impiegata, con un incremento del 40% dei volumi mondiali.

I primi quattro Paesi più dotati di tale risorsa, appartengono a due macro aree: Ex Urss e Medio Oriente. Nel 2017 la quota di mercato della Russia ha raggiunto il valore record del 43% sulle importazioni europee di gas (da Paesi extra-UE), nonostante le sanzioni commerciali adottate a partire dal 2014, arrivando a soddisfare il 31% della domanda dell’Unione. Tale dipendenza potrebbe essere destinata a crescere. E’ fondamentale avviare una riflessione seria, a livello comunitario, sull’opportunità di diversificare la geopolitica degli approvvigionamenti europei e migliorare la competitività del mercato tra i fornitori.