Milano, 13 dic – Se ti laurei nel digitale trovi subito lavoro ma il gap per le imprese italiane aumenta ancora. Gli annunci di lavoro per le professioni Ict crescono nel 2018 del +27% e superano quota 106 mila ma le aziende faticano a trovare candidati: mancano oltre 5 mila laureati. È il Nord Ovest a fare la parte da leone con il 45% delle richieste. Questa la fotografia che emerge dalla quinta edizione dell’Osservatorio delle Competenze Digitali, condotto dalle maggiori Associazioni ICT in Italia: AICA, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia, con il contributo di CFMT e il patrocinio di MIUR e AGID.

Secondo l’Osservatorio, nel 2018 sono circa 106 mila gli annunci di lavoro rivolti a profili Ict a livello nazionale, con una crescita superiore al 27% rispetto al 2017. Quasi una ogni due posizioni vacanti (46%) è relativa agli sviluppatori software (i cosiddetti developers), che registrano quasi 49 mila web vacancy a fine 2018. Per molte piattaforme web, addirittura il 30% degli annunci di ricerca di programmatori rimane scoperto per 60 giorni o più, a indicare una mancanza di risorse adatte per ricoprire queste posizioni. La seconda e terza posizione più ricercata dopo i developers sono quelle del digital consultant (più di 12 mila vacancy) e del digital media specialist (quasi 7 mila vacancy).

Ci sono oltre 4.500 posti vacanti per le nuove professioni altamente specialistiche legate alla Trasformazione Digitale e non ancora configurate nello standard e-CF: Artificial Intelligence Specialist, Big Data Specialist, Blockchain Specialist, Cloud Computing Specialist, IoT Specialist, Mobile Specialist e Robotics Specialist.

Il 45% delle richieste di professionisti dell’Ict arriva dal Nord Ovest: anche se diminuisce del 3% rispetto all’anno precedente, resta di gran lunga l’area geografica in cui uno specialista Ict può trovare lavoro. Il 26% si trova al Nord-Est e il 20% il Centro, fanalini di coda Sud e Isole con il 6%. Il settore Ict genera la quota maggiore di web vacancy con 4 su 10 posizioni aperte nel 2018 (erano 6 su 10 nel 2017).

Le aziende richiedono competenze digitali specialistiche e hanno bisogno di laureati ma la situazione peggiora: per il triennio 2019-2021 si prevedono fra le 67.100 e le 94.500 richieste, mentre il sistema formativo ne fornirà meno di 82 mila, di cui due terzi diplomati e un terzo laureati. Il totale è in crescita (erano 73 mila nel triennio 2017-19), ma ci sono troppi diplomati: l’offerta di 9.300 laureati e 17.200 diplomati stimati nel 2019 è significativamente aumentata, ma questa crescita non è sufficiente a eguagliare l’aumento del fabbisogno.

Il gap risultante è quindi in peggioramento, con una carenza di 5.100 laureati pari al 35% del fabbisogno (era 4.400 nel 2017) e un surplus di circa 8.400 diplomati, ovvero il 95% in più di quanto necessario (era 8.000 nel 2017). Del resto, rileva l’Osservatorio, solo il 34,3% dei diplomati Ict prosegue all’università (contro una media nazionale del 50,3%) visto che un diplomato Ict su due trova lavoro entro sei mesi dal diploma. Ma è a bassa qualificazione specialistica.