Durante il lockdown gli italiani, dopo un iniziale disorientamento, hanno messo in campo alcune soluzioni, atte a mitigarne gli effetti, che hanno dimostrato un certo livello di efficacia. È quanto ha rilevato la ricerca Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, in collaborazione con Fondazione Symbola e realizzata da Ipsos presentata durante l’evento di apertura della XVIII edizione del Seminario Estivo della Fondazione Symbola. Dalla ricerca emerge  come, paradossalmente, l’isolamento ci abbia connesso di più con gli affetti più stretti: solo due italiani su dieci hanno infatti percepito una diminuzione dei contatti con i parenti e amici mentre per ben 4 su 10 questi contatti si sono addirittura intensificati rispetto a prima, grazie all’uso di nuovi strumenti di connessione tramite la rete; l’88% degli intervistati ritiene che le tecnologie digitali siano state utili a ridurre il senso di solitudine durante il periodo di lontananza forzata.

La riscossa del senso civico
Se da un lato, quindi, le nuove tecnologie contribuiscono a far mantenere agli italiani i contatti sociali, dall’altra parte un ruolo rilevante nel combattere la sensazione di solitudine lo svolge anche un’attività molto più “analogica“ come la lettura: libri e quotidiani in formato cartaceo sono tra gli strumenti più frequentemente utilizzati per combattere i momenti di solitudine (con il 16% degli italiani che li preferisce anche a Social Network e telefonate agli amici). Con la fine del lockdown e il ritorno verso la vita di tutti i giorni, 2 italiani su 3 identificano infine nel volontariato una buona strategia per combattere la solitudine e contemporaneamente dedicarsi a fare qualcosa di utile per la collettività. Due i temi più sentiti: la tutela dei soggetti più fragili e la difesa dell’ambiente. Tale concetto di civismo si mantiene in linea con i risultati emersi anche dalla ricerca sul Senso Civico, che, in pieno lockdown, ha fotografato una maggiore attenzione verso i temi ambientali e la raccolta differenziata, quest’ultima fatta anche con maggiore attenzione da parte del 30% degli italiani.