Si arricchisce e si rafforza la compagine associativa che progetta e governa la rete Garr, l’infrastuttura digitale italiana dedicata alla ricerca, all’istruzione e alla cultura. L’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) entra a far parte dell’Associazione Consortium Garr come nuovo socio aderente e va ad aggiungersi agli enti promotori: Cnr, Enea, Infn e Fondazione Crui, in rappresentanza delle università italiane. “L’ingresso di un ente così rilevante nella nostra associazione è un valore importantissimo per tutta la comunità accademica e di ricerca italiana”, afferma il presidente del Garr Sauro Longhi. “È un ulteriore riconoscimento all’operato di Garr e una condivisione delle sue finalità e dei suoi obiettivi. Inaf potrà dare, come già fatto più volte in passato, un notevole contributo in termini di innovazione e una spinta al miglioramento tecnologico della rete e dei servizi disponibili”.
La sfida del “traffico”
“Le prospettive di big data che l’Inaf si troverà a fronteggiare nei prossimi anni sono di notevole portata”, ribadisce il presidente dell’Inaf Nichi D’Amico. “Il traffico dati tra i vari poli della rete dell’Inaf alla quale stiamo lavorando sarà ingente e costituisce una delle principali sfide della nostra partecipazione alle infrastrutture astronomiche globali e le prestigiose missioni spaziali del futuro”. Le sedi e le infrastrutture di ricerca dell’Inaf sono già connesse ad altissima capacità di banda. Basti pensare al Sardinia Radio Telescope di San Basilio (Cagliari), in Sardegna, o al Radiotelescopio di Noto (Siracusa), in Sicilia, solo per citare alcune tra le 23 collegate. Il traffico generato nell’ultimo anno complessivamente è stato di circa 5 milioni di TB, frutto di ricerche con big data e osservazioni in real-time. Collaborazioni internazionali importanti come il progetto Ska per il quale sono partiti i test dei prototipi di data tranfer nodes, oppure le osservazioni con la tecnica astronomica Vlbi (Very Long Baseline Interferometry), con la quale è possibile osservare simultaneamente da diversi radiotelescopi nel mondo la stessa regione del cielo, come se fosse un’unica gigantesca parabola estesa per migliaia di chilometri.