Già a inizio anno tutte le previsioni lasciavano pensare che il 2020 sarebbe stato anche in Italia l’anno del cashless, cioè l’anno del salto di qualità nella diffusione dei pagamenti digitali e delle nuove forme di pagamento con l’utilizzo del QR Code (acronimo di Quick Response: risposta rapida, possibile grazie a un codice a barre). Complice la pandemia, e la necessità di trovare misure contro l’evasione fiscale, questo processo ha avuto una accelerata negli ultimi mesi.
Il panorama digitale
E dire che a inizio anno partivamo da una situazione di svantaggio, come dimostrano i dati convergenti forniti da Banca d’Italia e Community Cashless Society, piattaforma Ambrosetti per la diffusione dei pagamenti elettronici in Italia. Siamo il paese dell’Area euro in cui al maggior numero di transazioni giornaliere per persona, in media circa 2, si accompagna il maggior numero di transazioni in contanti (1,7). La media europea è di 1,6 transazioni giornaliere, di cui 1,2 in contanti. Nel confronto internazionale, siamo tra le economie mondiali in cui l’incidenza del contante sul PIL è tra le più alte. Ci separano molti punti percentuali dalle prestazioni digitali di Paesi come Svezia, Danimarca e Regno Unito, i tre best performer europei per il livello di transazioni pro-capite con carte elettroniche. C’è però da dire che in Italia il panorama della Cashless Society è tutt’altro che uniforme. Gli indici di Lombardia, Veneto e Toscana misurati dal report Ambrosetti non sono molto distanti dagli standard europei, mentre la statistica nazionale sconta, anche in questo settore, il digital divide regionale. Per alcuni aspetti – il numero di Pos installati, la percentuale di imprese che utilizzano fatture elettroniche – l’Italia non ha nulla da invidiare al resto d’Europa. È quarta per numero di Pos ogni 1.000 abitanti e, tra i cosiddetti “Big-5” europei, il Paese in cui il numero di Pos installati è cresciuto più velocemente (circa 14 in più ogni 1.000 abitanti) negli ultimi cinque anni. Per quanto riguarda le fatture elettroniche, l’Italia era tra le più virtuose in Europa già prima che – nel 2019 – entrasse in vigore la legge che le rendeva obbligatorie.
Meno vincoli, meno contante
Sia la Banca d’Italia sia la Community Cashless Society rilevano che in Italia è sempre più alta la percentuale di chi – potendo – utilizzerebbe volentieri carte e altri strumenti rispetto al contante. Scrive la Banca d’Italia: “I risultati delle nostre indagini mostrano che il contante è stato lo strumento più utilizzato, anche se carte e strumenti alternativi sarebbero preferiti nel caso in cui l’individuo potesse scegliere il metodo di pagamento senza vincoli”. Ci si attende insomma che i vincoli cadano e che sia la domanda a creare l’offerta anche perché solamente l’1,6 per cento del campione preso in esame da Via Nazionale non possiede alcun mezzo alternativo al contante.
Codice, l’esperimento dell’Eur
Si colloca in questa cornice il forte investimento nello sviluppo dei pagamenti digitali annunciato e in parte già avviato da Poste Italiane. Alla fine del 2019 a Roma, nel quartiere dell’Eur, si è svolta la fase pilota di “Codice Postepay”, il nuovo servizio di pagamento digitale in App Postepay tramite QR Code. Presso una sessantina di esercizi commerciali tutti i possessori di una carta PostePay abilitata in App hanno potuto pagare semplicemente inquadrando con lo smartphone il Codice Postepay esposto nel punto vendita. Bastava poi digitare l’importo e autorizzare l’acquisto in App Postepay per concludere la transazione e partecipare automaticamente a “Sconti”, il programma fedeltà riservato ai titolari delle carte prepagate. Il test ha anticipato uno scampolo di futuro, mostrando come gli esercenti possano incassare pagamenti disposti dal cliente direttamente dalla propria app Postepay, senza bisogno di dotarsi di un dispositivo fisico per l’accettazione delle carte. L’esperimento ha confermato le potenzialità di Postepay, protagonista del sistema dei pagamenti elettronici in Italia. Con 5 milioni di wallet digitali già attivi, PostePay è destinata ad avere un ruolo centrale nello sviluppo della Cashless Society. L’azienda ha rinforzato la sua posizione anche grazie ad alcuni accordi firmati di recente, come quello con PagoPA, la società controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze che gestisce il sistema nazionale per i pagamenti a favore della Pubblica Amministrazione.