Un confronto ad ampio raggio su un futuro all’insegna della sostenibilità, a maggior ragione durante una crisi profonda come quella provocata dalla pandemia da Coronavirus che ha svelato tutte le mancanze della società, della politica e dell’economia nazionale. Si è incentrata su questo tema la giornata di apertura della seconda edizione del “Festival del Futuro” di Verona, quest’anno nel format Digital Edition, promosso dal Gruppo editoriale Athesis, da Eccellenze d’Impresa e Harvard Business Review, dal titolo “Disegnare il nuovo mondo”. “Una formula cresciuta – ha detto l’ad di Athesis, Matteo Montan – in eventi e in offerta. Questo è un momento di difficoltà ma anche di opportunità. Il nostro ruolo è cambiato, non più di editore che ‘racconta’ ma che ‘fa’ le cose, per dare messaggi di speranza”. Di futuro legato al passato ha parlato Andrea Crisanti, microbiologo all’Università di Padova, sulla base dell’esperienza della pandemia. “Tutti i virus hanno colpito il mondo nel momento in cui i nostri antenati si sono dedicati all’allevamento degli animali e sono entrati in contatto con una nicchia ecologica diversa. Se invadiamo la nicchia ecologica degli animali – ha sottolineato – il ‘salto’ di specie aumenta, non nei viaggi. Quello che stiamo facendo, distruggendo foreste tropicali o uccidendo animali selvatici per nutrimento, facilita il salto di specie”.

L’importanza della ricerca
Un aiuto allo sforzo per battere il virus, e per sviluppare politiche sanitarie efficienti, viene dalla ricerca, come ha sottolineato Francesca Pasinelli, dg di Telethon: “Investire su base regionale per finanziare progetti di ricerca – ha però ammonito – non aiuta la crescita del Paese, che invece ha bisogno di una ricerca internazionalmente competitiva. Questa dispersione comporta l’allocazione non ottimale di risorse che sono già scarse. La finestra sul futuro si è quindi spostata sulla tecnologia 5G, che avrà come applicazione promettente quella dell’industrial IoT, l’internet delle cose applicato all’industria. Sul versante finanziario, anche gli istituti bancari vanno sempre più verso la sostenibilità degli investimenti. Quello che manca ancora però è una svolta culturale e politica verso la resilienza, che vuol dire cercare di capire dove si è sbagliato e riorganizzare la società. Un tema su cui si è speso il portavoce dell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile (Asvis), Enrico Giovannini: “Noi – ha detto – non dobbiamo ‘rimbalzare indietro’ perché non eravamo in uno sviluppo sostenibile; dobbiamo, come dice l’Europa, ‘rimbalzare avanti’ per metterci in uno sviluppo sostenibile per il medio futuro. Da anni proponiamo la costituzione di un Osservatorio dedicato alle politiche rivolte al futuro, esattamente la stessa cosa che l’Europa ci chiede”, ha concluso. Oggi seconda di tre giornate di dibattito, con temi come la tecnologia, il ruolo delle donne e la mobilità.