Roberto Sommella, direttore di MF Milano Finanza

Il risparmio degli italiani, aumentato incredibilmente durante il 2020, rappresenta una risorsa eccezionale per il futuro del Paese e la ripartenza dei consumi. Poste ha un ruolo di responsabilità nel guidare l’educazione finanziaria dei suoi clienti così come la transizione verso un’economia sempre più digitale. Ne è convinto Roberto Sommella, direttore del quotidiano economico MF-Milano Finanza e autore del libro “Milano città aperta”.

Riavvolgiamo il nastro di un anno: il 21 febbraio 2020 si è diffusa la notizia del cosiddetto paziente uno di Codogno. Poi sono arrivate l’emergenza sanitaria, le chiusure, i ristori. Lei ha scritto un libro sul “prima”, il “durante” e il “dopo” di Milano. Come sono cambiati invece gli italiani nell’arco di un anno e cosa devono aspettarsi dal 2021, soprattutto in termini di “ripartenza” dell’economia, assumendo che la campagna vaccinale ottenga i risultati auspicati?
“Gli italiani nell’arco di un anno hanno capito che la salute è un bene primario che spesso danno per scontato, così come gli americani hanno capito, dopo l’assalto a Capitol Hill, che anche la democrazia non può dirsi sempre al sicuro. In Italia devono tornare il merito, la competenza, la capacità di voler eccellere. Anche questo hanno capito gli italiani, che però, a causa della pandemia, sono sempre più divisi tra chi ha incrementato il suo patrimonio e chi è scivolato nell’area della povertà. Basti pensare che oggi in Italia sui conti correnti bancari sono depositati più soldi di quanto valga il pil nazionale ma nello stesso tempo, a causa della pandemia di Covid, ci sono due milioni e mezzo di disoccupati e 300.000 aziende a rischio fallimento. Milano, infine, come ho raccontato in Milano Città Aperta, editato con Milano Finanza e disponibile in tutti i bookstore digitali, è stata colpita al cuore quando era all’apice del successo economico, sociale e finanziario. Quando si rialzeranno Milano e la Lombardia, si rialzerà l’Italia. In questo senso la prima cosa da fare è completare il più rapidamente possibile la campagna di vaccinazione di tutti gli italiani: chi si vaccina prima, prima potrà ripartire”.

La pandemia ha rivoluzionato anche le abitudini di consumo, e non solo, degli italiani: sono esplosi l’e-commerce e i pagamenti digitali, le piattaforme di condivisione sono diventate la normalità per lavoratori e studenti. Che ruolo può avere un big player come Poste Italiane nell’accelerare e gestire questa transizione verso un mondo sempre più immateriale?
“Con la pandemia abbiamo scoperto di poter svolgere molti lavori a distanza ma anche che tanti lavori a distanza non si possono fare. Si calcola che la combinazione dell’intelligenza artificiale con la crescita dell’economia digitale tra pochi anni causerà la perdita di un miliardo di posti di lavoro. Poste deve stare al passo coi tempi ma allo stesso modo ricordarsi anche che l’Italia è un paese di piccoli centri, a volte difficili da raggiungere. Deve tenere tutto insieme”.

Il 2021 è partito anche come l’anno dello Spid e del Cashback, strumenti che non tutta la popolazione è pronta ad assorbire. Può essere davvero un anno di svolta per l’alfabetizzazione digitale del nostro Paese?
“Sono contrario ai bonus, se ne sono contati oltre 100 ormai. Di bonus e di sussidi si può vivere solo per un tempo limitato. Allo Spid andrebbe accoppiata una campagna senza quartiere contro la burocrazia, il vero male dell’Italia, insieme all’evasione. La prima impedisce allo Stato di restituire in servizi le tasse che i contribuenti pagano. La seconda impedisce di migliorare i servizi e aumenta il debito pubblico”.

Altri due temi emersi con insistenza nei mesi della pandemia riguardano la tutela del risparmio e il bisogno di protezione. Le poste sono tradizionalmente considerate un porto sicuro: come si ripaga questa fiducia nello scenario stravolto dalla pandemia?
“Il risparmio è aumentato di 160 miliardi nel 2020 e nella sola Europa ci sono oltre 360 miliardi di euro di risparmi aggiuntivi. Le Poste, come le banche, devono curare come il bene più prezioso questa montagna di risorse, spingendo con forza sull’educazione finanziaria e spiegando al meglio i tanti prodotti finanziari”.