L’Italia è cambiata nel profondo: ecco come Poste spinge la transizione sociale

Secondo la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, nel 2022 l’economia italiana crescerà del 4,7%. E secondo il centro studi di Confindustria, tornerà sopra i livelli pre-crisi entro la metà dell’anno – dunque in anticipo rispetto alle previsioni. Una risalita che, grazie anche alle risorse e agli impegni generati dal Pnrr, dovrebbero riguardare le principali componenti del sistema Paese. Ci si attendono dei progressi significativi sul piano della digitalizzazione dei processi produttivi e dei servizi. C’è molto da fare. Secondo i dati forniti da Desi (The Digital Economy and Society Index) e pubblicati dalla Commissione Europea, l’Italia è al ventesimo posto sui 27 Paesi presi in considerazione. Le cose dovrebbero cambiare l’anno prossimo grazie anche al sostanzioso input governativo, che punta a implementare la digitalizzazione soprattutto a livello aziendale. Ma il merito di questo cambiamento dell’Italia sarà anche di alcuni grandi player, come Poste Italiane, che hanno digitalizzato gran parte dei loro servizi senza attendere l’intervento del governo.

I servizi emergenti

Serviranno a risalire la classifica l’incremento delle abitudini di acquisto online, e dunque l’ulteriore crescita dell’e-commerce. Dagli esperti interpellati da Wired sugli scenari del 2022 arrivano previsioni concordi: si svilupperanno l’online banking, i nuovi servizi della pubblica amministrazione, il calcio sul web, lo smart working, la telemedicina, il controllo digitale delle macchine utensili. Impareremo ad apprezzare tutte le opportunità offerte dalla connettività.  C’è da attendersi un forte impegno per lo sviluppo delle reti, fisse come la fibra ottica, e mobili come il 4G e il 5G. Secondo il rapporto Desi, solo il 42% della popolazione attiva possiede in Italia le competenze digitali di base, rispetto al 56% della media europea. Nel 2022 questo divario è destinato a ridursi.

Condivisione e sostenibilità

Ci sarà una maggiore condivisione dei dati, con nuovi modelli di cloud. E nella modalità online le componenti fisica e digitale, pur mantenendo ruoli distinti, impareranno a convivere. Cambieranno le priorità anche dal punto di vista di chi acquista. Ad orientare le scelte individuali ci sarà il valore della sostenibilità, che rimarrà una delle parole chiave anche nel 2022. Dice Ipsos che il 50% degli italiani è convinto che la transizione energetica sia destinata a creare nuovo lavoro, e questo è un buon motivo per attendersi una forte accelerazione degli investimenti green, con lo sviluppo delle rinnovabili e della produzione tecnologica ad esse collegata. Non è difficile prevedere che nell’agenda del dibattito pubblico italiano tornerà il tema del nucleare.

Finanza e moneta virtuale

Il 2022 dovrebbe essere l’anno in cui vedremo crescere l’open banking e l’open finance, con una maggiore consapevolezza da parte di tutti gli attori coinvolti: banche, istituti finanziari, clienti e aziende. Un altro tema caldo sarà quello delle monete digitali e delle criptovalute. Anche per questo l’anno prossimo sentiremo molto parlare di cybersecurity. Secondo i dati di Fortune Business Insights nel 2021 la spesa in soluzioni tecnologiche di sicurezza informatica ha raggiunto i 166 miliardi di dollari a livello globale, con un incremento del +7,8% rispetto all’anno precedente. Per l’anno prossimo ci si attende, anche in Italia, un incremento a due cifre. Ci sarà un aumento di soluzioni di sicurezza informatica nella sanità e nella pubblica amministrazione. E naturalmente nelle grandi aziende.

Il futuro della logistica

I periodi di lockdown sono stati una sorta di stress test per l’industria della logistica, che ne è uscita rafforzata. Le merci hanno continuato a spostarsi incessantemente e la catena distributiva ha retto il peso di un evento epocale. Ora anche questo comparto – che vale il 7% del Pil nazionale – è chiamato a rendere sostenibile il suo impatto ambientale nelle attività di magazzino e di trasporto, a investire massicciamente nell’innovazione tecnologica e nella formazione del personale. L’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano ha censito 275 progetti di Logistica 4.0 che nei prossimi mesi verranno sviluppati o conclusi. Il 35% riguarda il trasporto, con un focus sull’integrazione dei diversi attori della filiera, il 65% riguarda invece il magazzino e si concentra in particolare sull’automazione di processo. Per consolidare la transizione sostenibile della logistica sarà necessario fare buon uso dei fondi del Pnrr che a mobilità e infrastrutture destina 62 miliardi.

L’anno della consapevolezza

Tutto bene, dunque? Sì, un moderato ottimismo è giustificato a patto che non si ignorino i rischi sui quali accende un faro l’ultimo rapporto annuale del Censis, quando osserva che ci sono fattori di freno che congiurano contro la ripresa economica. «Tutti i rischi di natura socio-economica che avevamo paventato durante la pandemia (il crollo dei consumi, la chiusura delle imprese, i fallimenti, i licenziamenti, la povertà diffusa) vengono oggi rimpiazzati dalla paura di non essere in grado di alimentare la ripresa, di inciampare in vecchi ostacoli mai rimossi o in altri che si parano innanzi all’improvviso, tanto più insidiosi quanto più la nostra rincorsa si dimostrerà veloce». Non ci potremo attendere dal 2022 una soluzione al principale dei nostri problemi, quel declino demografico che l’Italia sta vivendo da tempo. In cinque anni la popolazione si è ridotta di quasi un milione di persone, e le nuove previsioni pubblicate dall’Istat alla fine di novembre modificano al ribasso quanto previsto nel 2018: per il 2065 si prevede che la popolazione scenda a 49 milioni di persone, contro i 54 milioni previsti nel 2018. Anche i principali parametri demografici (numero medio di figli per donna e speranza di vita alla nascita) vengono modificati al ribasso. Non c’è nulla che indichi un’inversione di tendenza. Il 2022 potrebbe essere un momento di svolta se fosse l’anno, se non delle soluzioni, almeno della consapevolezza.