storia risparmio postale

Poste Italiane da oltre un secolo è la cassaforte sicura del risparmio degli italiani. Oggi come ieri, gli italiani continuano a scegliere i libretti postali e i buoni fruttiferi per mettere al sicuro e far fruttare i loro risparmi.

Quintino Sella e i libretti postali

Risale al 1876 la nascita dei primi libretti postali, su iniziativa del ministro Quintino Sella. Sarà l’inizio, da parte di Poste Italiane, di un’operazione di educazione finanziaria per tutte le classi sociali. Le Regie Poste avevano puntato in particolare sulle scuole, con una campagna informativa rivolta ad alunni e insegnanti, poi estesa a tutta la cittadinanza, senza dimenticare gli italiani all’estero.

I buoni fruttiferi per la ricostruzione

Nel 1925 poi arriva un nuovo strumento, quello dei buoni fruttiferi che avevano le stesse caratteristiche di quelli odierni, ovvero niente costi di sottoscrizione e gestione, né di rimborso: ebbero subito un grande successo. Si tratta infatti di strumenti con i quali lo Stato ha sostenuto grandi progetti di sviluppo del Paese e di ricostruzione. Nel secondo dopoguerra in particolare sono diventati l’emblema del risparmio delle famiglie e dei piccoli risparmiatori.

Oggi numeri ancora più importanti

Oggi i libretti e i buoni sono disponibili anche in forma dematerializzata – oltre alla tradizionale forma cartacea – e possono essere interamente gestiti anche online attraverso i canali digitali di Poste Italiane. Questo ha aumentato la capillarità della loro diffusione: Sono infatti 27 milioni gli italiani che hanno dato fiducia ai prodotti del risparmio postale, con una raccolta complessiva, fra libretti e buoni, pari a 335 miliardi di euro, 99 dei quali in libretti postali e 236 in buoni fruttiferi.

Qui sopra, il servizio del TG Poste