Cent’anni fa nasceva di Don Milani, un francobollo celebra il maestro che diede voce agli ultimi

Poste Italiane comunica l’emissione, da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il Senso civico” dedicato a Don Lorenzo Milani, nel 100° anniversario della nascita, relativo al valore della tariffa B pari a 1,20€. La tiratura è di cinquecentomilaquaranta esemplari in fogli da quarantacinque esemplari. Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.

Sacerdote e maestro

Il bozzetto è a cura di Tiziana Trinca. La vignetta riproduce un ritratto di Don Lorenzo Milani, sacerdote e maestro, che pensò la scuola e l’istruzione come strumento per dare voce agli ultimi, formare i cittadini consapevoli e abbattere le disuguaglianze. Completano il francobollo la legenda “Don Lorenzo Milani”, le date”1923 – 1967”, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”. L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo sportello filatelico dell’ufficio postale di Vicchio (FI).

Prodotti filatelici

Il francobollo e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito filatelia.poste.it. Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a tre ante, contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata ed affrancata, una busta primo giorno di emissione e il bollettino illustrativo, al prezzo di 20€.

La biografia

Il bollettino che accompagna l’emissione è firmato dal sindaco di Vicchio Filippo Carlà Campa e da Rosy Bindi, presidente Comitato Centenario Don Milani, e ripercorre la biografia del sacerdote, morto ad appena 44 anni. Don Lorenzo nacque a Firenze il 27 maggio 1923. Nel 1930 la famiglia si trasferì a Milano dove Don Lorenzo fece gli studi fino alla maturità classica. Dall’estate del 1941 Lorenzo si dedicò alla pittura iscrivendosi dopo qualche mese di studio privato all’Accademia di Brera. Nell’ottobre del 1942 la famiglia Milani ritornò a Firenze. Nel novembre del 1943 entrò al Seminario Maggiore di Firenze. Nel 1947 il 13 luglio fu ordinato prete e in ottobre nominato cappellano a San Donato di Calenzano (FI), dove fondò una scuola popolare serale per i giovani operai e contadini della sua parrocchia.

La scuola di Barbiana

Don Lorenzo fu nominato priore di Barbiana il 7 dicembre 1954, dove radunò fin da subito i giovani della nuova parrocchia in canonica con una scuola popolare simile a quella di San Donato. Il pomeriggio faceva invece doposcuola in canonica ai ragazzi della scuola elementare statale. Nel 1956 rinunciò alla scuola serale per i giovani del popolo e organizzò, per i primi sei ragazzi che avevano finito le elementari, una scuola di avviamento industriale. Nel maggio del 1958 dette alle stampe Esperienze pastorali iniziato otto anni prima a San Donato. Nel dicembre dello stesso anno il libro fu ritirato dal commercio per disposizione del Sant’Uffizio, perché ritenuta “inopportuna” la lettura. Nel dicembre del 1960 fu colpito dai primi sintomi del male (linfogranuloma) che sette anni dopo lo portò alla morte. Il primo ottobre 1964 insieme a Don Borghi scrisse una lettera a tutti i sacerdoti della Diocesi di Firenze a seguito della rimozione da parte del Cardinale Florit del Rettore del Seminario Mons. Bonanni.

La lettera ai cappellani militari

Nel febbraio del 1965 scrisse una lettera aperta ad un gruppo di cappellani militari toscani, che in un loro comunicato avevano definito l’obiezione di coscienza “estranea al Comandamento cristiano dell’amore e espressione di viltà”. La lettera fu incriminata e Don Lorenzo rinviato a giudizio per apologia di reato. Al processo, che si svolse a Roma, non poté essere presente a causa della sua grave malattia. Inviò allora ai giudici un’autodifesa scritta. Il 15 febbraio 1966, il processo in prima istanza si concluse con l’assoluzione, ma su ricorso del pubblico ministero, la Corte d’Appello quando Don Lorenzo era già morto modificò la sentenza di primo grado e condannò lo scritto. Nel luglio 1966 insieme ai ragazzi della scuola di Barbiana iniziò la stesura di Lettera a una professoressa. Don Lorenzo morì a Firenze il 26 giugno 1967 a 44 anni.