Merito, inclusività, talento e valorizzazione delle competenze: tutte tematiche sentite in Poste Italiane. Il sociologo Luca Ricolfi è autore del saggio “La Rivoluzione del Merito”, edito da Rizzoli che analizza il concetto di merito e le diverse prospettive da cui viene affrontato.
Professore, partiamo dalla fine del suo libro “La rivoluzione del merito”: “Il riconoscimento del merito è il sale di una società equa e libera”. Che cos’è il progetto Articolo 34 che propone nelle sue conclusioni?
“È un piano organico per finanziare, con borse di studio generose, le ragazze e i ragazzi che hanno risultati eccellenti ma provengono da famiglie di ceto basso o medio-basso. Il piano dovrebbe scattare già da quest’anno scolastico, con la premiazione di tutti i capaci e meritevoli alla fine della terza media e un robusto sostegno economico a quanti, fra i ‘capaci e meritevoli’, risultino ‘privi di mezzi’. È quanto prescrive l’articolo 34 della Costituzione, finora inattuato”.
Nella sua analisi mette in evidenza come merito e inclusività siano stati considerati in molte occasioni esclusivi l’uno dell’altro. Come è possibile conciliare le due cose?
“Distinguendo nettamente il problema dei capaci e meritevoli da quello dei non capaci e meritevoli. Il primo si affronta con le borse di studio alle famiglie meno abbienti, il secondo potenziando (e personalizzando) i servizi di aiuto allo studio nel pomeriggio, come – inascoltato – auspicava don Milani”.
Questo discorso è valido solo per scuola e PA o si può calare anche in altre realtà? Una grande azienda come Poste Italiane, attenta al merito nell’individuare le persone da premiare professionalmente, è altrettanto attenta all’inclusione sociale dei clienti e alle pari opportunità tra i dipendenti: è possibile conciliare merito, inclusività e business?
“È difficile, ma si deve tentare. Il problema cruciale è la valutazione: che nella Pubblica Amministrazione è osteggiata, non senza alcune buone ragioni, prima fra tutte la difficoltà di valutare il merito in modo accurato e obiettivo, senza scorciatoie (test) e favoritismi (arbitrio dei dirigenti). Nella scuola è tutto più facile, perché – checché se ne dica – il sistema dei voti è sufficientemente affidabile”.
Poste Italiane lancerà presto l’iniziativa “Campus Italia” per la formazione in presenza dei suoi dipendenti in sei macro aree di riferimento. Quanto è importante per un lavoratore poter crescere professionalmente all’interno della propria organizzazione?
“È importantissimo. Specie se la crescita professionale comporta miglioramenti non solo sul piano salariale, ma anche su quello della soddisfazione lavorativa. Il che non sempre è facile, perché l’aumento delle responsabilità può comportare anche un aumento dello stress”.