L’attività del portalettere va al passo con i tempi e diventa sempre più digitale. Ai portalettere – che portano sempre meno lettere e sempre più pacchi – ora si possono pagare le bollette e affidare le raccomandate per la spedizione. Il Corriere di Chieri parla con Salvatore Inga, direttore del recapito della stessa Chieri e di Pino Torinese.
Dalla Sicilia in Piemonte
Salvatore, 38 anni, è arrivato a Chieri dalla provincia di Agrigento. Oggi, sotto la sua direzione ricade la sede di corso Matteotti, mentre i due uffici postali cittadini hanno ognuno il proprio responsabile: “In Poste sono entrato a 19 anni, a Chieri come postino stagionale – dice – Questo mi ha consentito di conoscere bene il territorio sia in città sia nei dintorni, dato che all’ufficio fanno capo anche i paesi della collina verso Torino e verso l’Astigiano”. Dopo una serie di trasferimenti, è tornato a Chieri da direttore e oggi coordina una trentina di portalettere.
La trasformazione del mestiere di postino
Un mestiere che, racconta, ha subito una profonda trasformazione: “Cambia come cambia la corrispondenza – spiega -Qualche decina d’anni fa, nei mesi estivi, le cartoline illustrate dai luoghi di vacanza avrebbero intasato i nostri uffici: oggi si contano quasi sulle dita di una mano, chi va in vacanza spedisce un selfie”. In compenso, l’impennata dell’e-commerce ha aumentato il numero di plichi e pacchi: “Cala il numero di giornali e riviste anche perché aumentano gli abbonamenti on line; resistono bollette e comunicazioni dalle banche e le raccomandate”, aggiunge. Così anche il lavoro pratico del postino segue lo stesso percorso di cambiamento: “Devo spedire una raccomandata, e non posso o non voglio andare in Posta? Attraverso il sito www.poste.it o il numero verde 803160 posso prenotare il servizio “Raccomandata da te” e con bancomat o carta di credito pagare il servizio al postino cui affido la raccomandata. I postini sono attrezzati con palmari, che servono anche per ricevere il pagamento delle bollette”.
I cambiamenti nei mezzi di trasporto
Sono cambiati anche i mezzi di trasporto: “La figura tipica del postino in sella a una bicicletta, oppure su un ‘cinquantino’ come quando ho iniziato io, è ormai superata – sottolinea – La maggior parte dei portalettere viaggia su utilitarie e abbiamo anche un paio di MyMover; tricicli a motore con cassone”. E sono arrivate a Torino anche le nuove uniformi, riconoscibili per i colori istituzionali giallo e blu, realizzate con materiali tecnici.
Etichetta la cassetta
Il direttore conclude chiedendo un aiuto per i postini, specie per quelli che lavorano fuori città: “Avere una buca delle lettere con nome e cognome è un obbligo di legge, ma specie in campagna la buca spesso è anonima. Allora se io conosco chi abita quella casa, posso consegnare. Ma se è un postino appena arrivato che fa? Porta indietro la corrispondenza: se non ha certezza del destinatario non la può consegnare”. In questi casi, si fa ricorso alle cartoline di Poste Italiane “Etichetta la cassetta”. “Spiegano la necessità di mettere il nome – dice Salvatore – e hanno un talloncino autoadesivo da compilare e applicare sulla buca”. Poi conclude con un accenno ai mesi del Covid: “In quel periodo abbiamo toccato con mano l’importanza del nostro lavoro. C’erano persone anziane, soprattutto, che attendevano con ansia il passaggio del postino per scambiare qualche parola, e per avere un segnale di normalità”.