Roma, 4 apr – Il PON Gov 2014-2020 ha superato il target finanziario sull’utilizzo dei fondi europei. Il Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 è il principale strumento della politica di coesione in Italia per rafforzare la capacità istituzionale della PA, condizione essenziale per la crescita del Paese e per un’efficace attuazione delle politiche di investimento.

Il Programma accompagna i processi nazionali di riforma della pubblica amministrazione attraverso lo sviluppo delle competenze, l’innovazione e la cooperazione con le amministrazioni territoriali per la condivisione di modelli e soluzioni. Supporta gli interventi di semplificazione e digitalizzazione di processi e servizi verso cittadini e imprese e promuove l’accesso e la partecipazione civica attraverso la diffusione dei dati pubblici. Sostiene la ridefinizione del sistema di governance multilivello nei programmi di investimento pubblico per un più efficace coordinamento tra i diversi livelli di governo nell’attuazione degli interventi e un uso più efficace delle risorse.

Il PON Gov 2014-2020, gestito dalla Agenzia per la Coesione Territoriale, è il principale strumento per rafforzare la capacità istituzionale della pubblica amministrazione grazie ai Fondi europei.

La dotazione complessiva destinata al Programma è pari a più di 780 milioni di euro. Con una spesa certificata di importo cumulato pari a 117,5 milioni di euro, il PON Gov ha raggiunto, e addirittura superato, il target finanziario n+3 (+108%), la soglia di spesa da raggiungere al terzo anno del Programma per non incorrere nel definanziamento per la parte non raggiunta.

Tale somma è destinata al finanziamento di ben 105 progetti per 66 diverse pubbliche amministrazioni beneficiarie fra cui, tra le altre, Istat, Anac, ANCI, Ispra, Unioncamere, Agid.
Commenta Antonio Caponetto, Direttore Generale Agenzia per la Coesione Territoriale: “L’Italia non ha mai perso e non rischia di perdere fondi europei. Il nostro Paese ha sempre rispettato gli obiettivi di spesa. Bisogna sconfiggere il luogo comune per cui il sistema dei fondi comunitari è appesantito da un’eccessiva burocrazia”.

“Il rispetto della regolamentazione indicata da Bruxelles – ha aggiunto Caponetto – non può essere un alibi. L’ecosistema della PA italiana è difficile da governare, ma proprio per questo ancor più stimolante. Niente allarmismi per il futuro, ma solamente impegno e lavoro per sostenere la crescita del Paese”.

Il Ministro per il Sud Barbara Lezzi ha indicato che “le regioni debbano essere ambiziose, non crearsi degli ostacoli da sole nell’attuazione della politica di coesione. Quello a cui terrei in particolare è che ci fosse una visione sinergica nell’ambito delle politiche per la ricerca e l’innovazione”.

“L’unico modo per rendere fruttuosi gli investimenti comunitari – ha commentato il ministro istro Lezzi – è operare collaborando e dialogando fra le diverse pubbliche amministrazioni di tutto il territorio nazionale”.

Secondo Riccardo Monaco, Autorità di Gestione del PON Gov, “raccontare in maniera tangibile un Programma che investe nella PA è davvero complicato. Grazie al Programma, stiamo assistendo oggi ad un modo diverso di investire: non si tratta solamente di efficientare i procedimenti e di informatizzare i processi amministrativi, ma di investire per la creazione di una rete di pubbliche amministrazioni”.

“Creare legami e sinergie – ha continuato Monaco – è vitale per condividere le best practices e velocizzare il processo di crescita. I punti di eccellenza devono uscire dal contesto territoriale ed essere dei riferimenti per tutto il Paese”.
In rappresentanza della Commissione Europea, Nicolas Gibert-Morin, Direzione Generale Politica regionale e urbana, ha dichiarato: “Bruxelles accompagna le autorità italiane nell’attuazione dei fondi europei in uno spirito di collaborazione. La Commissione e il Governo hanno lavorato intensamente per individuare misure di accelerazione della spesa. A fine giugno sarà effettuata la verifica del raggiungimento dei target di performance, in base alla quale sarà assegnata una riserva di oltre 1 miliardo di euro. È ancora troppo presto per dirlo, ma l’Italia ad oggi non dovrebbe perdere risorse”.