Bruxelles, 22 mag – Il Consiglio Ue ha dato la sua approvazione definitiva e formale, oggi a Bruxelles, agli ultimi quattro (su un totale di otto) atti legislativi del pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei”, che la Commissione aveva presentato nel 2016.
L’Ue ha così completato la riforma del proprio quadro per la politica energetica e climatica, che stabilisce i presupposti normativi per la transizione verso l’energia pulita e mira conseguimento degli impegni assunti con l’accordo di Parigi sul clima.
Complessivamente, le proposte legislative del pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei” riguardano l’efficienza energetica, le energie rinnovabili, l’assetto del mercato dell’energia elettrica, la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico e le norme sulla governance per l’Unione dell’energia.
Fra le nuove norme adottate oggi vi sono innanzitutto un regolamento e una direttiva che rendono il mercato dell’energia elettrica dell’Ue più interconnesso, flessibile e orientato verso i consumatori, ai quali conferisce maggiori diritti. Sarà agevolata, in particolare, la loro partecipazione al mercato come clienti attivi. Secondo le intenzioni dei legislatori europei, la facoltà prevista per i fornitori di energia elettrica di fissare i propri prezzi limiterà le distorsioni del mercato, creerà maggiore concorrenza e abbasserà le fatture per gli utenti.
Nuove disposizioni in materia di scambi e di “responsabilità del bilanciamento” (il dispositivo di pianificazione per mantenere sotto controllo l’offerta e la domanda di elettricità, rendendo affidabile la rete) consentiranno al sistema dell’energia elettrica di adattarsi alla generazione “intermittente” di energia da fonti rinnovabili.
Le nuove norme comprendono anche un nuovo quadro armonizzato per i cosiddetti “meccanismi di capacità”. Si tratta di regimi di sovvenzioni nazionali per la remunerazione delle centrali “di riserva”, che immettono elettricità nella rete solo quando è necessario per compensare improvvisi cali di energia disponibile dalle fonti rinnovabili.
Per evitare di sovvenzionare centrali elettriche obsolete (soprattutto a carbone) e poco efficienti, nei meccanismi di capacità non potranno rientrare nuovi impianti che superino una soglia di emissioni di CO2 pari a 550 grammi di CO2 per kWh di energia generata. Potranno rientrare, invece, le vecchie centrali elettriche che superano questa soglia, ma solo fino al primo luglio 2025. Questa scadenza è stata accorciata di cinque anni, rispetto al 2030 previsto inizialmente, grazie all’iniziativa di un gruppo di undici paesi tra cui Italia, Germania, Francia e Spagna.