Roma, 24 lug – Assunzione di neo-diplomati e laureati in discipline Stem in grado di alimentare i processi di innovazione; massicci investimenti nella formazione del personale già impiegato; evoluzione dei modelli organizzativi delle aziende.
Sono alcuni dei temi chiave affrontati in occasione del settimo Forum Nazionale tra Assotelecomunicazioni (Asstel) e le organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, appuntamento annuale del sistema di relazioni industriali della Filiera delle telecomunicazioni.
Secondo quanto riportato in un comunicato, la discussione ha preso spunto dal Rapporto Asstel 2019, elaborato dagli “Osservatori Digital Innovation” della School of Management del Politecnico di Milano. Lo studio descrive il 2018 come un anno che si è contraddistinto per il ritorno a un segno negativo dei ricavi consolidati della filiera delle telecomunicazioni e dei servizi TLC (-2,2%) per effetto della flessione dei ricavi netti delle reti mobili (-6,4%) non compensata dalla crescita dei ricavi delle reti fisse (+2,6%). A beneficiare delle dinamiche di mercato delle TLC sono stati i consumatori che nel 2018 hanno visto una nuova riduzione dei prezzi medi per i servizi di rete mobile scesi mediamente del 4,7%, con punte di ribasso assai più accentuate nelle campagne promozionali nelle offerte degli operatori low cost.
Il 2018 è stato anche l’anno in cui gli investimenti degli Operatori hanno raggiunto il valore più alto degli ultimi 10 anni: 7 miliardi di euro in infrastrutture, cui si aggiungono 1,9 miliardi di esborsi in licenze, oltre all’impegno a pagare nei prossimi anni ulteriori 5,3 miliardi di euro per le licenze 5G e l’impegno a sviluppare la rete 5G.
Grazie agli investimenti realizzati, si è assistito a una forte crescita della copertura della banda larga maggiore di 30 Mbps che, secondo gli ultimi dati della Commissione Europea, ha raggiunto a giugno 2018 il 90% delle abitazioni, confermandosi al di sopra della media degli altri Paesi europei. Rimane invece ancora distante dalla media UE il valore della copertura maggiore di 100 Mbps: le reti in fibra raggiungono il 23,9% delle abitazioni, rispetto al 29,6% della media in Europa dove, sommando le reti televisive via cavo non presenti in Italia, la copertura media ultra-broadband delle abitazioni arriva al 59,9%.
Parallelamente, nel 2018 è continuata la crescita dei volumi del traffico dati sia da fisso (+24%) che da mobile (+60%), anche grazie all’aumento del numero di sottoscrizioni a banda larga veloce e ultra larga: secondo l’Osservatorio trimestrale sulle comunicazioni di Agcom gli accessi broadband con velocità maggiore di 30 Mbps in Italia superano a dicembre 2018 i 7,7 milioni di linee, con una crescita pari al +53%, mentre quelli sopra i 100 Mbps raggiungono quota 3,1 milioni e sono in aumento del +72% rispetto all’anno precedente.
Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio 5G della Commissione Europea, tra i 28 Stati Membri dell’UE, l’Italia è seconda solo alla Finlandia per entità di spettro 5G assegnato, pari al 60% di quanto previsto, mentre è il primo Paese per numero di città abilitate al 5G. Gli Operatori hanno avviato sperimentazioni tecniche nelle città di Bari, L’Aquila, Matera, Milano e Prato – previste dal Bando Mise – alle quali si sono aggiunte Torino, Genova, Roma e Sanremo. Tra i mesi di giugno e luglio 2019 sono stati avviati i primi servizi commerciali 5G, che verranno impiegati per sviluppare servizi intelligenti in diversi ambiti applicativi, nella manifattura, nei servizi pubblici e privati e nella filiera agro-alimentare.
Sul fronte occupazionale, nel 2018 è aumentata l’anzianità media dei dipendenti della Filiera Tlc. Il rapporto evidenzia, anche, come molte delle imprese del settore abbiano adottato un nuovo approccio al lavoro, lo smart working, uno strumento che genera diversi benefici sia per le aziende che per i lavoratori, quali aumento della produttività, riduzione del tasso di assenteismo e dei costi di gestione degli spazi fisici.
La consapevolezza che la trasformazione digitale debba essere accompagnata dalla crescita delle competenze professionali suggerisce di indirizzare le risposte su due fronti: l’assunzione di neo-diplomati e laureati in discipline Stem, in grado di alimentare i processi di innovazione, accompagnata da un investimento massiccio nella formazione per rinnovare le competenze professionali delle risorse già impiegate, ovvero per agevolare il processo di riconversione professionale di chi è in età matura ma ancora distante dall’età pensionabile. Occorre infine far evolvere i modelli organizzativi delle aziende che devono essere in grado di rispondere alle sfide competitive con la medesima velocità con cui si muove il mercato.