Roma, 10 set – Sempre più probabile per l’ex premier italiano Paolo Gentiloni l’attribuzione del portafogli degli Affari economici della futura Commissione europea di Ursula von der Leyen. Sebbene ufficialmente dalla Commissione non arrivino conferme né smentite, l’ipotesi degli Affari economici per Gentiloni è stata commentata in questi termini dal commissario uscente al Bilancio, il tedesco Guenther Oettinger: “Un ex primo ministro che arriva da un grande Stato membro ha sempre la competenza per prendere un portafogli importante – ha detto -. Ma aspettiamo e vediamo”.

Oettinger, che è membro della Csu/Ppe, non può non sapere che cosa la tedesca von der Leyen abbia deciso per il commissario designato italiano. Da altre fonti a Bruxelles, inoltre, si considera come pressoché certa l’attribuzione a Gentiloni del portafogli a cui più ambiva il governo italiano, quando l’ha designato.  Va sottolineato, tuttavia, che tutti i commissari europei hanno il dovere, sancito dal Trattato Ue, di restare indipendenti dai governi che li hanno indicati, e Gentiloni dovrà dunque dimostrare di non avere un occhio di riguardo per il proprio Paese, quando si tratterà di discutere delle manovre finanziarie italiane.

“I membri della Commissione sono scelti in base alla loro competenza generale e al loro impegno europeo e tra personalità che offrono tutte le garanzie di indipendenza”, afferma il Trattato nell’articolo 17, paragrafo 3, sottolineando che “la Commissione esercita le sue responsabilità in piena indipendenza” e che “i membri della Commissione non sollecitano né accettano istruzioni da alcun governo, istituzione, organo o organismo”.

Gentiloni, comunque, potrà avere un ruolo determinante nella discussione sulla riforma delle regole dell’Eurozona, a partire dal patto di stabilità, che è ormai necessaria per “approfondire” l’unione economica e monetaria ed evitare che continui a favorire i Paesi del Nord, innanzitutto la Germania, e penalizzare quelli del Sud, come avvenuto con le politiche di austerità.