Roma, 17 set – Le sfide aperte di una medicina personalizzata nel campo della fibrosi cistica, una malattia genetica tra le più diffuse al mondo che colpisce principalmente polmoni e intestino, sono state oggetto di una review di un team internazionale di ricerca coordinato da Enea, pubblicata sulla rivista internazionale “Trends in Molecular Medicine – Cell Press”.

“Con questo lavoro facciamo luce sui progressi raggiunti dalla scienza mondiale nello studio del microbioma in fibrosi cistica. Conoscerne le caratteristiche, il corredo genetico e le sue interazioni con il singolo organo presto consentirà di mettere a punto cure sempre più mirate e su misura per il paziente, come dimostra già la ricerca oncologica dove le terapie basate sul microbioma sono in una fase avanzata”, spiega Annamaria Bevivino, responsabile del Laboratorio Enea di Sostenibilità, Qualità e Sicurezza delle Produzioni Agroalimentari e corresponding author della review.

Nell’ultimo decennio, la ricerca italiana e internazionale si sta orientando sempre di più verso lo studio della grande comunità di microrganismi (batteri, funghi e virus) che vive nel polmone del paziente; l’obiettivo è di fare luce sulle variazioni che subisce in seguito all’avanzamento della malattia, alle infezioni e alle infiammazioni respiratorie e al trattamento con la terapia antibiotica. Per questo tipo di indagini viene utilizzata una moderna tecnica di sequenziamento del Dna (metagenomica), che consente di studiare i microrganismi direttamente nel loro ambiente, evitando così il problema del prelevamento e della coltivazione in laboratorio. “Questa nuova tecnica ha permesso finora di comprendere la complessità dell’ecosistema respiratorio e di identificare nuove popolazioni batteriche. In una malattia come la fibrosi cistica, dove lo stato del polmone gioca un ruolo chiave, è fondamentale capire le interazioni all’interno delle comunità batteriche polmonari e il loro ruolo nel determinare il peggioramento delle funzioni respiratorie”, sottolinea Bevivino.