Roma, 3 ott – Frenata nel settore terziario dell’area euro: i dati definitivi del Purchasing managers index, l’inchiesta presso i responsabili degli approvvigionamenti delle aziende, hanno indicato un calo a 51,6 punti a settembre, dai 53,5 di agosto e al di sotto dei 52 punti indicati nella stima preliminare.

I 50 punti rappresentano la soglia limite tra crescita e calo dell’attività. Con l’ultimo dato, il settore terziario segna i valori più bassi da giugno 2013, secondo la società di ricerche Ihs Markit che elabora l’indagine, mentre si evidenzia una diffusa stagnazione dell’economia del settore privato alla fine del terzo trimestre 2019.

Secondo il capo economista di Markit, Chris Williamson “l’economia dell’eurozona si è arenata. Nel migliore dei casi, il Pil del terzo trimestre sembra pronto a salire dello 0.1%, e, avvicinandoci al quarto trimestre, dà segnali di perdere ulteriore vigore. Ciò significa che il rischio di una recessione sta diventando sempre più concreto”.

La crisi del settore manifatturiero “mostra di riversarsi sempre di più nel terziario. Il peggioramento della situazione è dovuto alla recessione tedesca, ma anche Francia e Italia sono vicine allo stallo mentre, per la seconda volta in circa sei anni, la Spagna ha registrato il valore di crescita più basso. Con il crescente rischio di una recessione, unita all’ulteriore indebolimento delle pressioni inflazionistiche, è prevedibile – conclude – che la Bce faccia qualcosa di più nei prossimi mesi per stimolare l’economia”.

In controtendenza il dato sul terziario dell’Italia, che a settembre ha visto il relativo indice Pmi risalire a 51,4 punti dai 50,6 di agosto. “I dati rilevati alimentano la speranza che il settore dei servizi italiano stia riemergendo dalla recessione generale cui assistiamo da inizio anno”, ha commentato l’economista di Markit Amritpal Virdee.

“Ma le aziende terziarie restano ancora esposte alle contrazioni causate dagli scambi commerciali che stanno incidendo sul settore manifatturiero e che a settembre hanno causato il terzo mese consecutivo di calo delle commesse estere. E le minacce a breve termine di un aumento del protezionismo globale e dell’incertezza politica – conclude – non danno segno di placarsi”.