spinazzola azzurri
Lorenzo Insigne e Roberto Mancini

Un grande gruppo, coeso e compatto. Nelle gioie così come nella cattiva sorte. Jorginho ha appena battuto con freddezza il calcio di rigore decisivo contro la Spagna. L’Italia raggiunge la finale degli Europei e si scatena la gioia degli Azzurri dopo l’ansia, la sofferenza, il timore di non farcela: “Dai Spinaaaaaa!”, è l’urlo con il quale Lorenzo Insigne si sfoga davanti alle telecamere, indossando la maglietta numero 4 del compagno infortunato e dedicandogli la vittoria.

Il grido di battaglia

È un grido di battaglia ma, al tempo stesso, un gesto di amicizia e affetto dal significato profondo. A Insigne si uniscono il CT Mancini e via via tutti i compagni. Il gruppo di questa Nazionale, ancora una volta, fa la differenza. Perché ogni successo non può che iniziare dall’intesa profonda, quotidiana, tra tutti i membri di un gruppo. Insieme appassionatamente, come in una grande famiglia, di cui Roberto Mancini è il papà premuroso, attorniato dai suoi collaboratori, che ogni giorno coccolano gli Azzurri, facendoli sentire, nessuno escluso, parte integrante di un grande progetto.

L’incoraggiamento

Insigne veste la maglia numero 4, si avvicina a Donnarumma, eroe della serata, e grida quella frase, così carica di significato, che arriva nelle case degli italiani in festa e, in un certo senso, dritta anche al cuore di tutti noi. Quell’incoraggiamento così sentito, bello perché genuino, spontaneo, l’ha sentito anche il difensore della Roma che, alla vigilia della sfida contro le Furie Rosse, aveva fatto sentire la sua vicinanza al gruppo, intonando dal divano di casa sua l’inno di Mameli.

Di padre in figlio

Leonardo aveva accanto a sé il figlio, Mattia: di padre in figlio, con l’amore per l’azzurro tatuato addosso, come una seconda pelle. Ha sofferto da lontano, Leonardo, ma con il cuore era come se fosse lì, a Wembley, per godersi, assieme ai suoi compagni, la vittoria più bella. E quel messaggio dei suoi colleghi, lo ha fatto commuovere. In attesa della prossima dedica. Che, c’è da scommetterlo, sarà ancora più bella.