Le lettere degli scienziati contro le fake news nell’era della pandemia

È stata la prima volta nell’epoca contemporanea che la scienza, messa spalle al muro dal qualunquismo populista, è stata contestata e costretta a spiegarsi. Questa prima della storia, causata dal Covid19, la pandemia del nostro tempo, ha messo a soqquadro perfino l’Occidente e la sua boria di poter governare il clima e la malattia con la sola tecnica. Nella confusione da pandemia che ha colto il mondo impreparato, nei paesi democratici un ruolo di primissimo piano lo hanno giocato i social, diventati giardini privilegiati delle fake news. In quest’agorà virtuale si è assistito al tentativo non solo di delegittimare le autorità sanitarie e politiche, ma la stessa scienza e la comunità degli esperti hanno subito attacchi perfino dissacratori. È andata in scena la comunicazione globale con le sue magnifiche possibilità e i suoi pericoli manipolatori di veri avventurieri della notizia.

Un riferimento collettivo

La scienza, dopo lo sbigottimento iniziale, ha reagito diventando un riferimento collettivo per vincere la paura e l’angoscia della gente moltiplicate dalla fabbrica delle falsità. Le lettere collettive di scienziati, indirizzate ai governanti cui spettava prendere decisioni vitali, sono divenute veicolo ordinario e preferito per esporre critiche e ragioni della scienza, per resistere alle fake news e superare la pandemia senza panico.

Battaglia su due fronti

Biologi, virologi, medici, immunologi si sono trovati a lottare su due fronti: la malattia e le fake news che hanno reso il Covid-19 un terrificante simbolo di morte capace di scuotere le fondamenta stesse della scienza: paura e magia, mescolandosi, hanno inquietato larghe fasce di popolazione. La ragione ha faticato e perfino stentato, talvolta, a trovare consenso. Le lettere di gruppi di pochi o tanti scienziati alle autorità politiche di ogni ordine e grado sono servite a spiegare che la scienza non si fonda su una fede credulona, ma sulla verifica e la sperimentazione. Verità che sembrano definitive lo sono fin quando non vengono falsificate da nuove verifiche. La verifica aiuta a consolidare le conquiste perfezionando le verità scientifiche provvisorie. La lotta al Covid-19 ha certificato il metodo della scienza e rivelato quanto qualunquismo permanga ancora in ampie fasce dell’umanità, nonostante la maturità raggiunta dal metodo scientifico.

Contro le strumentalizzazioni

Battaglia aspra combattuta sul fronte della comunicazione. Come non mai prima gli scienziati hanno interloquito con la politica, l’economia, l’opinione pubblica ricorrendo alle lettere collettive per arginare strumentalizzazioni della salute per fini estranei alla scienza. La Lettera è diventata l’arma considerata autorevole contro suggestioni di ampie sacche di resistenza al buon senso della prevenzione e della cura. Le varianti del Covid, agli inizi impreviste, seminando rassegnazione al peggio, hanno richiamato alla mente antichi miti come l’Idra dalle sette teste che, mozzate, rinascevano.

Ercole dei nostri tempi

Ci volle Ercole, un eroe capace di far sognare, per cantare vittoria. L’Ercole dei nostri tempi è stata la scienza che ha messo in campo il vaccino, unica vera cura efficace del Covid e delle sue varianti. I media hanno informato di tante Lettere collettive di scienziati, in Italia e nel mondo, che si sono rivolti ai governanti per aiutarli in scelte delicate, talvolta parse perfino azzardate o impopolari. Ma necessarie. La storia della pandemia rifletterà sulla portata di Lettere conosciute come dei 18, dei 100, dei 239 o 1200 scienziati firmatari che chiedevano di far luce sull’origine del virus o indicavano strade affidabili per resistere e superarlo.

Un tempo nuovo per l’umanità

Proprio queste Lettere hanno sancito un tempo nuovo per l’umanità che si scopre vulnerabile e bisognosa di sperare in sé, nella capacità di etica e responsabilità, affidandosi con equilibrio alla scienza senza farne un idolo. Le Lettere rivelano che l’uomo resta in definitiva l’unico artefice della sua fortuna e “la scienza dei cittadini” richiede all’uomo senso e capacità di responsabilità, personale e civica, per garantire un futuro comune.