Nell’ufficio postale di Codogno tre anni dopo il primo caso di Covid: “La nostra era l’unica serranda aperta”

Uno dei simboli della pandemia è Codogno, comune lombardo dove venne individuato il primo paziente affetto da Covid tre anni fa. Nel tragico periodo di lotta contro il coronavirus fondamentale è stato l’impegno di Poste Italiane e dei suoi lavoratori, che hanno tenuto aperto l’ufficio postale, diventando in questo modo un punto di riferimento per migliaia di cittadini della zona rossa che, in quei giorni, riuscirono a ritirare le proprie pensioni.

L’ufficio postale di Codogno

Nell’ufficio postale di Codogno si è tenuta una commemorazione di quel periodo, in occasione dei tre anni dalla scoperta del primo paziente. Donata Cobianchi, direttrice dell’ufficio postale di Casalpusterlengo, ha dichiarato al TG Poste come “di quei giorni, dopo aver superato il limite della zona rossa, ricordo solo tanto silenzio, strade deserte e una città vuota. Il silenzio era rotto soltanto dalle sirene delle ambulanze che spesso passavano nelle strade. Tutte le serrande erano abbassate e l’unica luce accesa è stata quella di Poste Italiane, quando abbiamo aperto l’ufficio postale di Codogno”. Cobianchi condivide anche un ricordo di quel periodo: “Una signora, una di quelle che alle 7.30 sono già fuori dall’ufficio postale ad aspettare l’apertura”, alla vista della direttrice, le ha chiesto “signora, come mai è qui”, e lei ha risposto: “Sono venuta ad aprire l’ufficio postale”. La signora “mi ha quasi abbracciata”, dicendo che altrimenti non sarebbe riuscita a prendere la pensione.

Le sfide durante la pandemia

“Non si poteva né entrare né uscire da questo perimetro e di conseguenza abbiamo organizzare i colleghi che risiedevano all’interno della zona rossa per cercare di garantire un servizio che potesse permettere ai residenti, o comunque alle persone che erano nel comune o nei comuni all’interno della zona rossa, di utilizzare i servizi di Poste Italiane”, spiega Giovanni Accusani, responsabile di Mercato Privati della Macro Area Nord Ovest, il quale aggiunge che, allo stesso tempo, bisognava evitare di “esporre anche i nostri colleghi a quelli che erano i rischi di cui, mano a mano, venivano a conoscenza”. Secondo Tiziano Omini, portalettere dell’ufficio postale, è stato “un periodo abbastanza difficile, però piano piano siamo andati avanti”. Omini aggiunge di aver consegnato principalmente a Castiglione d’Adda, una delle zone più colpite, e poi a Casalpusterlengo.

La riconoscenza del sindaco di Codogno

Alle commemorazioni era presente anche il sindaco di Codogno, Francesco Passerini, il quale al TG Poste racconta come durante l’emergenza “si è toccata con mano la sperimentazione di sistemi nuovi per riuscire a non abbandonare nessuno”. Nello specifico, ai primi di marzo, periodo di erogazione delle pensioni, “l’ufficio postale è diventato un punto di riferimento per 50.000 cittadini perché tutta la zona rossa si rifaceva a questo sportello”. Per il sindaco, grazie alla disponibilità dei dipendenti Poste Italiane, “si è riusciti a non lasciare sola la cittadinanza nel corso di un’urgenza”. Il sindaco ringrazia quindi Poste “per la disponibilità e la vicinanza che nel momento della pandemia ci hanno dimostrato”.

Qui sopra, il servizio del Tg Poste.