Sulla pace e sulla guerra siamo un po’ tutti dei Pinocchi che si bruciano i piedi mentre dormiamo. Pace e guerra riassumono la lotta tra bene e male e dall’alba dei tempi sono fonte di pensieri e scelte contraddittorie tra gli uomini. Nasce da questo diffuso ondeggiare tra favola e realtà, tra bene e male, la fantasia di spedire al futuro, senza indirizzo e senza francobollo una lettera sull’oggi caliginoso di guerra in Ucraina. Anonimo l’estensore, anonimo il destinatario. Chiunque in futuro potrebbe ritrovarla e leggerla, brandello del nostro presente. Non a caso porta la data del 24 febbraio 2022. Il giorno che ha sconvolto l’Europa aprendola ad oscuri presagi dopo quasi 80 anni di pace. “Sensazioni a valanga – narra la lettera in apertura -. Difficile e doloroso ritrovare, nella nuova notte della ragione, l’inizio di una trama scritta da altri. Stretti all’angolo dalla dialettica tra aggressore e aggrediti, in apparenza rassicurante, che trascina l’angustiato Occidente, europeo in particolare, negli intricati sentieri di guerra difensiva giusta, di violenza e nonviolenza, di egoismi e solidarietà. Pigra e lenta di fronte a politiche comunitarie solidali verso i migranti, la classe politica europea si è ritrovata unita sul riarmo. Può sembrare semplice, ma bisogna scavare sotto le macerie per trovare il cadavere o il corpo morente della verità, la vittima più illustre di ogni guerra.
Una nuova realtà
All’alba di quel 24 febbraio qualcosa si è rotto in Europa, segnando la fine di un’età dell’innocenza di un continente presunto custode dei diritti umani. L’avvio della svolta è apparso indigesto. Lo testimonia il coro di opinioni dissonanti sui social fitto più delle bombe, con la sensazione – per la prima volta nella storia – di una vera guerra comunicativa parallela alla guerra guerreggiata. Appare impensabile scrivere una lettera per posta nei canoni consueti, sfidando l’impero dei social, dei tweet, dei whatsapp, per tramandare ai posteri la voglia matta di pace dei popoli europei quasi trascinati a tifare per gli opposti belligeranti con la dichiarata preferenza – rilevata dai sondaggi – di dire ancora una volta addio alle armi.
Le parole e le azioni di Francesco
Tra i tanti che manifestano pietà per i bambini colpiti dalle bombe, vittime dei massacri, un solo uomo illustre sembra pensare che il mondo possa essere salvato dai ragazzini, aprendo con loro un dialogo di speranza concreta in un futuro di pace senza guerra. Il suo nome è Francesco, come il santo antico che parlava al lupo e chiamava fratelli e sorelle l’acqua, la luna, le stelle e perfino la morte in una visione ecologica pacifica del mondo. Il Francesco dei nostri tempi, umile papa della fratellanza universale, dopo aver parlato senza risultati ai potenti, si è rivolto agli adolescenti, quei ragazzi e ragazze alle prese con l’età più volubile e difficile della vita umana. Ne ha voluto incontrare 60000, dando visibilità da Piazza san Pietro a una festa giovanile per scuotere i Grandi dall’apatia di risolvere tutto con i missili. Francesco ha dato una prova che l’età più spensierata della specie umana può farsi carico di problemi più grandi, rivitalizzando speranza e responsabilità. A suo giudizio “oltre alla pandemia, l’Europa sta vivendo una guerra tremenda, mentre continuano in tante regioni della Terra ingiustizie e violenze che distruggono l’uomo e il pianeta. Spesso sono proprio i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto: non solo la loro esistenza è compromessa e resa insicura, ma i loro sogni per il futuro sono calpestati. Tanti fratelli e sorelle attendono ancora la luce della Pasqua…non bisogna vergognarsi di dire: “Ho paura del buio!” Tutti noi abbiamo paura del buio. Le paure vanno dette, si devono esprimere per poterle così cacciare via. E quando le paure, che sono nelle tenebre, vanno nella luce, scoppia la verità. Non scoraggiatevi: se avete paura, mettetela alla luce e vi farà bene! A noi adulti l’abitudine della vita ci fa perdere “il fiuto”; voi avete “il fiuto”. E questo non perdetelo, per favore! Voi avete il fiuto della realtà, ed è una cosa grande. Non vergognatevi dei vostri slanci di generosità: il fiuto vi porti alla generosità. Buttatevi nella vita. Non abbiate paura della vita, per favore! Abbiate paura della morte, della morte dell’anima, della morte del futuro, della chiusura del cuore. Ma della vita, no: la vita è bella, la vita è per viverla e per darla agli altri, la vita è per condividerla con gli altri, non per chiuderla in sé stessa…andate in pace e siate felici, tutti voi: in pace e con gioia!”. Parole vere di speranza che aiutano a ripartire sempre. In ogni tempesta. Ragazzi/e con il fiuto della vita ci saranno sempre per salvare il mondo.
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