L’impegno di Poste Italiane per promuovere in azienda una cultura d’impresa più inclusiva, risponde ad una precisa strategia che si esprime nel piano di Diversity&Inclusion e si fonda su pilastri come l’equilibrio di genere o il confronto intergenerazionale. Nell’ambito di questi obiettivi si collocano iniziative concrete come i Diversity Innovation Meetings (DIM), un ciclo di incontri realizzato in collaborazione con Italiacamp, per mettere in connessione e valorizzare le buone pratiche dentro e fuori l’organizzazione. Ogni tappa è costruita su una tematica specifica per stimolare il confronto tra dipendenti e professionisti esterni su best practices, che possano aiutare a trovare delle risposte a specifici obiettivi dell’azienda
Il linguaggio come strumento di cambiamento
Tra gli argomenti trattati un tema molto attuale nel dibattito pubblico è quello del linguaggio inclusivo. Per approfondire l’argomento al meeting virtuale sono stati inviatati anche la sociolinguista e scrittrice Vera Gheno, impegnata da tempo sulla questione di genere nella lingua, e Marco Cesaro, communication manager del Giffoni Film Festival, che fin dalla sua creazione, 56 anni fa, ha giocato un ruolo determinante nel portare il cinema e il linguaggio cinematografico ad abilitare delle riflessioni presso il mondo dei ragazzi anche favorendo l’evoluzione verso una cultura linguistica più inclusiva.
L’importanza delle parole come atto identitario
Secondo Vera Gheno “le parole sono espressione sia dell’identità personale che collettiva, in quanto è proprio la lingua storicamente a definire l’appartenenza di un individuo ad un determinato gruppo, a una tribù, e a marcarne la diversità. Ci sono tante diversità fisiche, di aspetto, di religione, ma la lingua è quella che unisce e divide”. Inoltre, Vera Gheno spiega come il linguaggio evolva con la società e invita a riflettere su come “qualsiasi cambiamento sociale parte da una revisione anche al livello personale delle competenze linguistiche, ovvero delle parole che si scelgono per descrivere il cambiamento”.
Un linguaggio aziendale più inclusivo
Per quanto riguarda l’utilizzo di un linguaggio più inclusivo nel contesto aziendale, al di là delle sperimentazioni socio culturali, la scrittrice ritiene che “si può provare a promuovere un linguaggio più inclusivo attraverso forme indirette, circonlocuzioni che evitino il maschile sovraesteso”. E conclude con una riflessione sul concetto di normalità: “quando si cercano le parole per esprimere se stessi e il cambiamento che si sta vivendo è importante superare l’idea di definire se stessi e la propria diversità rispetto alla cosiddetta normalità, bisogna fare un cambiamento di paradigma e comprendere che non siamo normali e anormali, ma siamo tutti e tutte reciprocamente differenti”. Poste Italiane prevede nuovi appuntamenti con i dipendenti in cui si parlerà in particolare di vulnerabilità e della necessità di rafforzare le relazioni umane attraverso nuove modalità organizzative e di comunicazione.