portalettere torino

Poste Italiane sta cercando portalettere in provincia di Torino, per inserirli in organico. La notizia è riportata sull’edizione torinese di Repubblica. Lettere, buste, raccomandate e soprattutto pacchi (grazie all’esplosione dell’e-commerce) saranno il pane quotidiano dei futuri ingressi, ognuno per l’area di competenza. Per ora con un contratto a tempo determinato, ma le prospettive sono concrete, visto che nei primi sei mesi del 2022 sono stati stabilizzati 55 portalettere, selezionati tra coloro che avevano già prestato servizio in passato con contratti a termine di almeno 6 mesi.

Oltre 2.000 assunti

Più in generale, quello delle Poste è un comparto che sta mostrando un certo dinamismo, visto che i nuovi ingressi vanno a sommarsi – sempre in provincia di Torino – agli altri 30 (tra operatori di sportello e consulenti finanziari) all’interno dei 419 uffici postali. Ampliando il raggio, a livello nazionale sono oltre 2000 gli assunti, concordati con i sindacati all’interno del programma Politiche attive. Di questi, 85 appunto in provincia di Torino. Un numero cui andranno ad aggiungersi i “nuovi” che si vorranno candidare.

Personale più giovane

Questo meccanismo di nuove assunzioni, oltre a garantire energie e presenza, sottolinea ancora Repubblica, contribuisce anche ad abbassare l’età media degli addetti: nel 2017 il dato era di 49,7 anni, mentre nel 2020 si era scesi a 49,2. Una cifra che potrebbe ulteriormente calare da qui al 2024, traguardo temporale del piano industriale. Nello stesso arco di tempo, si prevede un aumento della presenza femminile dal54% al 56%.

Il plauso dell’Uncem

La notizia delle nuove assunzioni viene accolta positivamente dai piccoli enti locali. Come conferma Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem e vicepresidente piemontese. “I territori sono assolutamente soddisfatti di questa tendenza all’ingresso di nuove risorse, per Poste Italiane con cui il dialogo è ormai avviato e costante da tempo – si legge su Repubblica – Esiste un patto che risale al 2018 e che trova origine in una legge dello Stato a sostegno dei Piccoli Comuni: la speranza è che tra le nuove candidature ci siano quelle pronte a garantire un servizio sempre più capillare”.