Marco Siracusano, amministratore delegato di Postepay, è stato ospite di “Fintech Talks”, il ciclo di appuntamenti dell’HuffPost Italia dedicati al mondo della finanza digitale. Il tema sono i pagamenti digitali, con l’Italia attualmente in risalita nell’utilizzo in base ai dati dei primi 6 mesi del 2022, che fanno segnare un aumento del 22%, dovuto soprattutto ai pagamenti via smartphone.

Pagamenti digitali: Italia non più in coda

“Negli ultimi tre anni il trend registrato è molto solido e traccia una nuova strada – spiega Siracusano – che incrocia non tanto l’industria quanto le preferenze dei consumatori, che in questo momento, forse anche accelerati dalla pandemia, stanno utilizzando con più familiarità la trasformazione di transazione, dai contanti agli strumenti di pagamento. Il digitale è stato ovviamente accelerato anche dai trend della pandemia, con la crescita dell’e-commerce esponenzialmente. Ma è cresciuto anche un mondo tradizionale, che era quello dei pagamenti fatti con la carta. La vera rivoluzione però in Italia sono i micropagamenti fatti a contatto”. E prosegue: “Le abitudini dei consumatori, casi d’uso nuovo o casi d’uso vecchi trasformati dalla pandemia, credo siano un trend molto forte e stabile per i prossimi anni”.

I consumatori trainano le imprese

Una trasformazione che ovviamente coinvolge anche le imprese. Il punto di vista di Siracusano è che siano però i clienti a trainare la transizione e non il contrario: “Una volta erano le imprese che prendevano per mano i clienti, oggi secondo me sarà il contrario. Lo dico perché dietro ogni transazione di e-commerce c’è un pagamento digitale. Credo si stia innescando un ciclo virtuoso, nel quale le imprese stanno capendo che accettare pagamenti digitali favorisce le vendite ed abilita nuovi casi d’uso. I consumatori invece ne stanno apprezzando la convenienza e la sicurezza”. Ed aggiunge un dato: “C’è un fatto che, come industria, non siamo forse ancora riusciti a comunicare bene: non è vero che il contante non ha costi, ne ha invece e sono superiori a tutto il sistema complessivo delle transazioni digitali. Per esempio, il trasporto valori, la contazione del contante, il costo della sicurezza”.

La crescita e il ruolo di Poste Italiane

La discussione prosegue poi sul ruolo di Poste Italiane, sulla crescita del Gruppo e sulle tante acquisizioni fatte. Siracusano sottolinea: “La strategia di Poste Italiane non nasce oggi, bensì nel 2017. Ha identificato questo spazio come trainante, ha identificato la strategia di creare Postepay come un intermediario specializzato. Credo che questo sia stato l’inizio dell’accelerazione di un percorso che poste ha sempre avuto nel suo Dna: prima come alfabetizzazione ai sistemi di pagamento, poi come inclusione digitale. Credo che Poste Italiane, utilizzando anche PostePay abbia accelerato fortemente”. E prosegue: “Oggi PostePay ha 29 milioni di carte, gestisce oltre 30 milioni di app finanziarie e 11 milioni di portafogli digitali. La strategia e la visione sono quelle che hanno portato a casa un posizionamento sempre più forte, creando un mix fra il mondo tradizionale e quello dei pagamenti digitali. In mezzo c’è l’e-commerce. Oggi siamo fra i pochi operatori a poter gestire sia il mondo del B2C parcel, che quello delle transazioni e-commerce: oggi una transazione su tre in questo settore è fatta con PostePay. Poste Italiane ha utilizzato l’intermediario specializzato Postepay per rafforzare un modello omnicanale di gruppo”.

L’acquisizione di Lis e gli sportelli capillari

Si parla poi della capillarità di Poste Italiane, che recentemente è stata rafforzata – oltreché dagli sportelli presenti in tutta Italia – anche dall’acquisizione della rete Lis. “L’acquisizione di Lis – spiega Siracusano – è l’ennesimo tassello del rafforzamento della piattaforma omnicanale. Se non avessimo complementato il digitale con il fisico, oggi avremmo molti meno milioni di clienti. Una delle forze di Poste resta quella di offrire ai clienti un mix di punti di contatto: dall’ufficio postale – che rimane centrale – ai canali digitali. La domanda a questo punto era: perché aggiungere anche una rete terza di prossimità? Perché questa è complementare nel mondo delle transazioni, ha modelli di servizio diversi per dislocazione ed orari di apertura: c’è un fisico che complementa un altro fisico e il digitale che li complementa entrambi”. “Questa è la ricetta e il posizionamento di Postepay- prosegue – in un mondo che a nostro avviso non può che essere ibrido e fertilizzare i diversi punti di contatto”.

Postepay: non solo pagamenti

L’ad Siracusano conclude poi ribadendo la centralità dell’ufficio postale, come “core business”: “Uno degli altri pezzi della strategia di aver unito il mondo tradizionale e quello innovativo è quello di creare un passaggio di una frequenza di transazioni che si spostano dal mondo fisico a quello digitale, ad un mondo fisico che deve essere sempre più specializzato nelle relazioni. Oggi Postepay, che è leader nei pagamenti digitali in Italia, non ha più come fine ultimo i pagamenti, bensì è anche un mezzo aggregare altre componenti dell’offerta. Siamo ibridi perché abbiamo al nostro interno un’offerta telecomunicazioni mobile, fissa e fibra e stiamo preparando il lancio di un’offerta energia”.