Bruxelles, 13 giu – Gli sforzi per ridurre i rischi nel settore bancario dell’Ue stanno dando buoni frutti, secondo le nuove cifre pubblicate a Bruxelles dalla Commissione europea, nella sua quarta relazione intermedia sulla riduzione dei crediti in sofferenza (“Non performing loan”, o Npl).

La Commissione ha confermato che i livelli di Npl detenuti dalle banche continuano la loro traiettoria discendente verso i livelli precedenti alla crisi. Il tasso di Npl rispetto al totale dei crediti erogati dalle banche dell’Ue è diminuito di oltre la metà rispetto al 2014, scendendo al 3,3% nel terzo trimestre del 2018 e in calo di 1,2 punti percentuali su base annua.

In Italia, il tasso di crediti deteriorati è sceso dall’11,1% del terzo trimestre 2017 al 9,5% un anno dopo, con una riduzione del 21,54%. La Penisola resta al quarto posto nell’Ue, preceduta al primo posto dalla Grecia (43,5%, riduzione annua del 6,7%), al secondo da Cipro (21,8%, riduzione del 32,02%), al terzo dal Portogallo (11,3%, riduzione del 22,42%), e seguita al quinto posto dall’Irlanda (7,8%, riduzione del 30,21%), al sesto dalla Slovenia (6,9%, riduzione del 35,92%) e al settima dalla Spagna (4,0%, riduzione del 15,09%).

Quest’andamento positivo generalizzato è stato possibile, secondo l’analisi della Commissione, grazie alle misure lanciate dall’Ue con il “Piano d’Azione per affrontare il problema Npl”, e alla sua collaborazione dell’Esecutivo comunitario con gli Stati membri per consentire soluzioni specifiche per le banche nel quadro delle regole sugli aiuti di Stato e delle norme bancarie.

In questo quadro, sono state effettuate transazioni che hanno rimosso, a quanto riferisce la Commissione nella sua quarta relazione intermedia, circa 112 miliardi di dollari di euro di crediti deteriorati lordi dai bilanci delle banche negli ultimi tre anni, di cui circa 82 miliardi di euro in Italia, 24 miliardi di euro in Portogallo, e 6 miliardi di euro a Cipro.

Il volume totale degli Npl ancora detenuti dalle banche europee, tuttavia, resta ancora cospicuo: 786 miliardi di euro.