Roma, 14 giu – Nel 2018, tra effetto diretto e indiretto-indotto, il Gruppo ha generato un impatto di 11,9 miliardi di euro sul Pil e di 184 mila occupati. Il forte contributo alla filiera produttiva e all’economia nazionale fa di Poste Italiane un’Azienda cruciale per lo sviluppo del Paese. Come maggiore realtà del comparto logistico in Italia, Poste investe e produce ricchezza e occupazione non solo attraverso il proprio business, ma anche generando esternalità tramite l’attivazione di una catena di fornitura locale. I risultati già ottenuti e le strategie future di Poste Italiane hanno un impatto positivo evidente e immediato. Ci sono impatti diretti, strettamente connessi all’attività operativa del Gruppo, indiretti, generati dalle imprese fornitrici grazie alla spesa di Poste per beni e servizi, e indotti, vale a dire legati alla spesa per consumi che si realizza grazie al reddito guadagnato dai lavoratori occupati direttamente e indirettamente.
L’impatto sull’economia nazionale
Il valore di Poste per l’Italia va quindi ben oltre i numeri espressi nel suo bilancio: basti pensare che nel 2018 (tra effetto diretto e indiretto-indotto) il Gruppo Poste Italiane ha generato un impatto di 11,9 miliardi di euro sul Pil e di 184.000 occupati. L’utilizzo di questa forza lavoro comporta la distribuzione di redditi ai lavoratori, per un totale di circa 8 miliardi di euro, sempre nel 2018. Ogni milione di euro investito da Poste genera 5,9 milioni di euro sul Pil del Paese e porta all’occupazione di 91 persone. Un effetto– non c’è che dire – positivo per tutti. Secondo il prospetto relativo alla quantificazione della ricchezza prodotta dall’Azienda e il relativo impatto sulle principali categorie di stakeholder con cui si interfaccia nelle proprie attività di business, è stata distribuita a loro oltre l’87% della ricchezza aziendale prodotta; in particolare, dipendenti e fornitori rientrano tra le categorie di stakeholder che beneficiano maggiormente della ricchezza prodotta dall’Azienda, rispettivamente per il 59% e il 33% del valore distribuito totale.
Continua la trasformazione industriale
I risultati emersi nell’ultima trimestrale di Poste Italiane confermano il ruolo del Gruppo come elemento fondamentale per lo sviluppo del Paese e del suo cambiamento. A parlare sono i dati: Poste Italiane ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile netto pari a 439 milioni di euro e la conferma degli obiettivi del piano Deliver 2022. Il focus sulla distribuzione ha prodotto una maggiore qualità di ricavi e utili, con una ridotta dipendenza da plusvalenze. Ottimi sono stati i risultati dei servizi finanziari; solidi i contributi dei servizi assicurativi e di pagamenti e mobile, grazie alla capillarità unica della rete. «Gli sforzi realizzati per massimizzare il potenziale della nostra capillare rete distributiva – ha commentato l’Amministratore Delegato Matteo Del Fante – hanno prodotto, nel primo trimestre, un miglioramento della raccolta netta su tutti i prodotti finanziari, con contributi positivi dal ramo Vita e Danni nel settore assicurativo, nonché dalle attività dei pagamenti e della telefonia mobile – ha aggiunto – La trasformazione della nostra forza lavoro è proseguita con nuove assunzioni nelle aree strategiche, come il recapito nell’ultimo miglio e il customer relationship management, e di specialisti digitali per realizzare il piano Deliver 2022». Un’accelerazione che nel corso di quest’anno darà l’occasione di proseguire su questa strada «di trasformazione industriale – aggiunge ancora Del Fante – per cogliere future opportunità di crescita». I risultati finanziari del primo trimestre 2019, approvati dal Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane lo scorso 8 maggio, dicono infatti che l’utile netto normalizzato è stato pari a 231 milioni di euro, +5,3% rispetto al primo trimestre 2018. I ricavi si attestano a 2,842 miliardi di euro (-1,5% rispetto al primo trimestre 2018), mentre i ricavi normalizzati sono pari a 2,569 miliardi (+3,5% rispetto al primo trimestre 2018). Gli investimenti si attestano a 65 milioni di euro (+15,7% rispetto al primo trimestre 2018) in linea con la guidance 2019.