Milano, 16 set – Le società locali di servizi pubblici (c.d. Utilities) credono nel welfare aziendale. Lo attestano i dati più rilevanti emersi dalla ricerca “Il Welfare aziendale nelle Utilities” promossa da Edenred e realizzata dal Consorzio Aaster, in collaborazione con Utilitalia, la principale associazione di rappresentanza delle aziende del settore. Il 52,8% delle aziende rispondenti ha implementato un piano di welfare aziendale e introdotto un premio di risultato utilizzando la possibilità introdotta dalla normativa del 2016 di detassare il premio. Il 50% delle Utilities, inoltre, destina ai lavoratori anche il vantaggio fiscale dell’azienda e il 32% ha strutturato piani di Welfare Aziendale.
Il termine Utilities raggruppa le società locali attive nell’erogazione e nella gestione dei servizi pubblici e ambientali dei cittadini quali: la distribuzione di energia elettrica e gas, la gestione del ciclo idrico, lo smistamento dei rifiuti, la manutenzione delle aree verdi ed il trasporto pubblico locale. Le aziende presenti in questo settore sono maggiormente a capitale pubblico, seguite da quelle a capitale misto, le private e le quotate sul mercato.
Secondo la ricerca, i servizi più diffusi nei piani di welfare attivati sono: i benefit/servizi, in cui prevalgono i buoni pasto erogati dall’80% delle aziende intervistate, e la flessibilità organizzativa, legata principalmente all’orario di lavoro (51,5%). Rispetto ai benefit, oltre ai buoni pasto, il paniere welfare prevede una molteplicità di servizi, tra cui: rimborso rette e acquisto libri (23,9%); borse studio, vacanze studi e corsi (23,9%); baby-sitting (21,6%); carrello della spesa (20,9%); agevolazioni al rientro dalla maternità (20,1%); assistenza anziani (16,4%); assistenza familiari non autosufficienti (16,4%); asilo nido aziendale o simili (11,9%); sostegno alla formazione dei dipendenti (17,9%). Rispetto al welfare organizzativo, inoltre, emerge una buona percentuale di piani di smart-working (16,4%).
Dai dati si conferma un modello di welfare ache valorizza il corretto bilanciamento tra vita lavorativa e vita familiare-privata, con particolare attenzione alle esigenze delle donne lavoratrici. La componente femminile è presente in larga misura tra i direttori del personale delle aziende del settore – sono il 77,3% – e rappresenta il lavoratore tipo favorevole al welfare aziendale.
La valutazione degli impatti derivanti dall’adozione di piani di welfare aziendale è positiva per il 62,1% del management e per 66% dei lavoratori. Dato in contrasto con molte ricerche che rilevano, invece, un sentiment maggiormente positivo tra i dirigenti, rispetto ai lavoratori. La valutazione positiva aumenta notevolmente quando il welfare è inserito tramite accordi negoziali con il sindacato rispetto alla scelta unilaterale dell’azienda: 75,3% dei dipendenti contro il 51%.
Le prospettive di sviluppo dei servizi di welfare evidenziano un rafforzamento del welfare contrattuale, rappresentato dai fondi pensioni integrativi (59,9%) e dai fondi di assistenza sanitaria (46,75%). Sono rilevanti, inoltre, i servizi di conciliazione famiglia lavoro (33,6%) e i servizi di assistenza e cura dei familiari (16,8%), a conferma di una visione di welfare particolarmente attenta alla conciliazione dei tempi di vita-lavoro. Una delle principali criticità emerse, invece, riguarda la mancanza di una comunicazione esaustiva ed efficace che ne faccia comprendere meglio tutti i reali vantaggi dello strumento welfare.