Roma, 15 ott – Dinamica di crescita stabile sull’insieme di prestiti a famiglie e imprese in Italia. A settembre questa voce ha registrato un più 0,7 per cento su base annua, lo stesso livello segnato ad agosto secondo le stime del bollettino mensile dell’Abi, basate sui dati della banca d’Italia. E intanto i tassi di interesse segnano nuovi minimi storici, anche sui mutui.

L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +2,5% su base annua ad agosto. Nello stesso mese sui prestiti alle imprese, invece, nonostante tassi a livelli “storicamente infimi” si è verificata una riduzione dello 0,7 per cento.

A settembre, dice ancora l’Abi, i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento si attestano sui minimi storici. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è risultato pari all’1,45%, a fronte dell’1,70% del mese precedente. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari all’1,30%, in lieve risalita dall’1,26% del mese precedente.

Lieve incremento mensile ad agosto delle sofferenze nette delle banche, a 32,5 miliardi di euro tenendo conto di svalutazioni e accantonamenti già effettuati dagli istituti con risorse proprie, a fronte di 31,9 miliardi di euro a luglio. Tuttavia nel confronto su base annua, con circa 8 miliardi di euro in meno rispetto all’agosto del 2018, un meno 19,8% secondo i dati del rapporto mensile dell’Abi, si conferma la dinamica di forte riduzione che si è vista in questi anni.

In due anni le banche italiane hanno più che dimezzato le sofferenze nette: ad agosto del 2017 superavano i 65,6 miliardi di euro. E se si guarda al picco storico di questa voce, toccato nel novembre del 2015 con 88,8 miliardi di euro, la riduzione è stata di oltre 56 miliardi, sottolinea l’Abi, con un meno 63,5 per cento.

L’incidenza delle sofferenze nette sugli impieghi totali delle banche italiane si è così ridotto all’1,87% ad agosto, dal 2,36% dell’agosto 2018 e a fronte del 4,89% cui si attestavano con il picco del novembre 2015.

Depositi bancari in aumento a settembre, a 1.558 miliardi di euro tra conto corrente, certificati di deposito e pronti contro termine, circa 70 miliardi di euro in più rispetto a un anno prima, una variazione pari al più 4,7% secondo i dati del rapporto mensile dell’Abi. Prosegue invece la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, sebbene ad un ritmo meno intenso, per circa 7 miliardi di euro in valore assoluto negli ultimi 12 mesi, pari al meno 2,3%).

Il bilancio della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del 3,7% a settembre 2019, a 1.798 miliardi di euro.