Roma, 5 nov – Rafforzare la lotta alla corruzione “rappresenta un obiettivo ineludibile per alimentare la fiducia di famiglie e imprese nel sistema istituzionale ed economico del Paese, con risvolti positivi anche per il bilancio pubblico”. Lo afferma il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in un intervento per l’avvio del corso straordinario della Scuola superiore della magistratura su “Le garanzie istituzionali di indipendenza della magistratura in Italia”.
“In Italia – spiega Visco – secondo il più recente sondaggio di Eurobarometro, solo il 37% della popolazione e il 39% delle imprese ritengono il sistema giudiziario indipendente. Dallo stesso sondaggio emerge inoltre che la maggior parte dei cittadini e delle imprese, pur annoverando tra gli elementi positivi dell’indipendenza le garanzie fornite dallo status e dalla posizione dei giudici, stigmatizzano le potenziali interferenze di natura politica e, più in generale, da parte di portatori di interessi rilevanti”.
In questo quadro “non si può che condividere la raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea sul programma nazionale di riforma 2019 per il nostro paese nel passaggio in cui, accanto all’introduzione di provvedimenti volti ad abbreviare la durata dei processi civili in tutti i gradi di giudizio, auspica il miglioramento dell’efficacia della lotta contro la corruzione, riformando le norme procedurali al fine di ridurre la lunghezza dei processi penali”.
“Le aspettative dei cittadini – sottolinea il governatore – e le raccomandazioni delle istituzioni convergono sull’importanza della qualità, dell’indipendenza e dell’efficienza della magistratura quali precondizioni fondamentali per decisioni di natura economica e finanziaria tempestive, oltre che imparziali”.
“Un sistema giudiziario ben funzionante – aggiunge Visco – anche nel gestire le controversie e risolvere i contenziosi di natura economico-finanziaria, è il presupposto per la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti, alla nascita e alla crescita delle imprese; consente di assegnare maggiori risorse alle funzioni produttive rispetto a quelle amministrative e gestionali; alimenta la fiducia nei mercati, nei contratti e nelle relazioni economiche; favorisce, in ultima analisi, stabilità ed equilibrio della crescita dell’economia”.