Nel 2020 sono calati di un terzo i fallimenti delle imprese

La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto significativo sull’economia italiana, con un calo del PIL dell’8,9 percento nel 2020. Tuttavia, rispetto al 2019, nel 2020 si sono verificati meno fallimenti delle imprese e, più in generale, meno uscite dal mercato, una tendenza confermata anche nel 2021. In aggiunta alla sospensione delle istanze di fallimento, tale riduzione è riconducibile a un ampio insieme di misure di sostegno alle imprese adottate dal governo. È quanto emerge da una analisi di Tommaso Orlando e Giacomo Rodano diffusa dalla Banca d’Italia.

L’analisi di Bankitalia

Il numero dei fallimenti delle imprese e quello delle uscite dal mercato sono stati nel 2020 inferiori a quelli del 2019, rispettivamente del 33 e 27 per cento. “Tali diminuzioni risultano particolarmente marcate tra marzo e giugno, quando era in vigore una moratoria sulle istanze di fallimento” si legge nell’analisi. “Questa situazione può ragionevolmente essere attribuita in larga parte alle misure di supporto per le imprese introdotte dal governo fin dall’inizio della pandemia, quali, ad esempio, la moratoria sul rimborso dei prestiti, le garanzie pubbliche su nuovi prestiti e i contributi a fondo perduto. Il ruolo di tali misure è stato proporzionalmente più marcato nei settori maggiormente colpiti dallo shock economico. Nonostante che la crisi abbia colpito imprese, aree geografiche e, in particolare, settori con intensità eterogenea, le imprese fallite e uscite dal mercato nel primo anno della pandemia non appaiono strutturalmente diverse da quelle fallite e uscite nel periodo precedente”.

I numeri anno per anno

Nonostante il notevole calo del PIL, nel 2020 il numero di imprese fallite risulta significativamente inferiore agli anni precedenti: nel 2020 hanno avviato una procedura concorsuale liquidatoria poco meno di 7.400 imprese, a fronte di quasi 11.000 nel 2019 (un calo di circa un terzo). In aggiunta alle dichiarazioni di fallimento. Le imprese uscite dal mercato nel 2020 sono diminuite rispetto al 2019 di circa il 27 per cento, da 70.000 a 50.000.