Procuratore della Repubblica di Catanzaro, ma anche saggista e profondo conoscitore del meridione d’Italia, Nicola Gratteri non ha mai risparmiato gli appelli ai cittadini a “occupare” le piazze e le strade impegnandosi nel sociale per diffondere un messaggio di legalità. In quest’ottica, il magistrato anti ’ndrangheta più famoso d’Italia, sotto scorta da 30 anni, si dice convinto che nelle zone più emarginate del Sud la presenza di Poste Italiane possa contribuire a sostenere la piccola economia e a portare avanti una funzione sociale che ha radici lontane, ai tempi in cui i postini, al pari di medici e farmacisti, leggevano le lettere ai tanti analfabeti che le ricevevano: “Anche oggi – dice Gratteri – bisogna sforzarsi di spiegare le cose con molta comprensione e pochi tecnicismi”.
Dottor Gratteri, con il magazine di Poste Italiane abbiamo visitato alcune zone critiche del Sud Italia come Scampia e lo ZEN. Secondo lei, Poste Italiane può avere un ruolo di presidio in questi territori?
“La caratteristica del nostro Paese, soprattutto al Sud, è quella di avere molti paesi sotto i 5.000 abitanti dove raramente ci sono delle banche e quindi le Poste Italiane rappresentano l’ultimo baluardo per la piccola economia. Avere le Poste, che si comportano e lavorano come le banche, è un motivo in meno per sentirsi isolati e fuori dal mondo”.
Nelle sue uscite pubbliche lei ricorda spesso che la criminalità si combatte anche dal basso. Quale messaggio di legalità possono dare i dipendenti di Poste Italiane con la loro presenza e il loro lavoro in quei luoghi?
“Bisogna cercare di essere vicini alla gente. Parliamo di realtà dove chi si rivolge allo sportello non è molto istruito: occorre essere più comprensivi e meno tecnici nello spiegare le cose, mantenere un atteggiamento sempre garbato. Non si hanno di fronte laureati, ma piccoli imprenditori, molto spesso contadini: chi lavora alle Poste, oltre a garantire un servizio di sportello, deve sentire di avere una funzione sociale. Questo consente alla comunità che vive nella legalità di non sentirsi emarginata”.
Nei piccoli centri si dice che il postino sia un po’ come il sindaco, il maresciallo o il medico. Che cosa significa la sua presenza?
“Questo era vero soprattutto una volta, quando il postino leggeva le lettere. Chi non sapeva leggere di solito andava dal parroco, meno spesso dal medico o dal farmacista, ma ricordo di aver visto tante volte postini che leggevano le lettere dopo averle consegnate ai destinatari. È un “servizio” che oggi non è più richiesto ma ritengo che la presenza delle Poste sul territorio sia comunque di grande utilità”.