L'attore Massimo Boldi durante il photocall del film ''Amici come prima'', Roma, 10 dicembre 2018. ANSA / ETTORE FERRARI

Con un video, andato in onda sui canali DeAKids e DeAJunior, ha voluto ringraziare tutti i nipoti d’Italia per aver rinunciato alla scuola, al parco, allo sport e a frequentare i loro amici. E per averlo fatto a protezione dei nonni, la fascia d’età più colpita dal coronavirus. Massimo Boldi, che di nipoti ne ha tre, considera i bambini le prime vittime della lunga quarantena che ha colpito l’Italia. Quelli che, però, tramite le videochiamate hanno dato molta gioia ai nonni.

Massimo, come hai vissuto i due mesi e mezzo di lockdown?
“Ho trascorso il periodo di lockdown a casa mia a Milano, dove abito da 35 anni, e devo dire che in un certo senso, superati i primi giorni vissuti con un po’ di ossessione, ho scoperto di avere una casa. La mia professione mi ha sempre portato in giro per il mondo: ora ho potuto osservare angoli e luoghi sui quali non mi ero mai soffermato. E avendo un fazzoletto di terra mi sono anche dilettato nella cura del giardino”.

In questo periodo si è verificata un’impennata degli acquisti online. È cambiato anche il tuo modo di rapportarti con l’e-commerce?
“Sì, non lo avevo mai fatto prima. Ho ordinato un tavolino e delle sedie per il giardino. E altre cose utili”.

Oltre a mettere in risalto il coraggio di medici e infermieri, l’emergenza ha fatto riscoprire alcune categorie lavorative: farmacisti, cassieri del supermercato, addetti alle pulizie e – aggiungiamo noi – i portalettere che hanno garantito il recapito della corrispondenza. C’è il rischio che con la fine dell’emergenza ci si sia dimenticati dell’importanza di queste categorie, che spesso più che essenziali vengono considerate ordinarie?
“Trovo giusto ringraziare il personale sanitario e tutte le persone che hanno continuato a lavorare ma devo dire che per me non è mai cambiato niente. Essendo un personaggio che gode e vive della simpatia della gente comune anche ora che indosso la mascherina il mio rapporto con i portalettere o i panettieri non cambia. Conoscevo la loro importanza e il loro affetto anche prima del virus”.

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