Il 41,3% della popolazione maggiorenne residente in Italia risulta avere almeno un contratto di credito rateale attivo nei primi sei mesi del 2020. Emerge dall’aggiornamento al primo semestre della Mappa del Credito di CRIF, effettuato in un contesto “di progressivo recupero delle richieste di mutui e prestiti da parte delle famiglie, tornate stabilmente sui livelli pre-emergenza Covid-19”. Il dato sulle rate attive del primo semestre del 2020 fa segnare un +4,8% rispetto ad un anno fa. Il progressivo allargamento della platea di consumatori che hanno scelto di far ricorso a un finanziamento per sostenere i propri progetti di spesa è favorito in questa fase da un costo del denaro ai minimi e condizioni di offerta ancora favorevoli associate a una elevata sostenibilità del debito, con il tasso di default per il credito al dettaglio considerato nel suo complesso che si è attestato all’1,6% contro l’1,9% del 2019.

La prudenza dei consumatori
“La dinamica in atto nella prima metà dell’anno è stata profondamente condizionata dal diffondersi della pandemia, con le famiglie che hanno preferito adottare un atteggiamento prudente – commenta Beatrice Rubini, direttore della linea Mister Credit di CRIF – Nel complesso, la platea di consumatori che hanno attivato un mutuo o un prestito è cresciuta ulteriormente ma sempre ponendo grande attenzione alla sostenibilità degli impegni assunti, optando per rate mensili meno pesanti rispetto al reddito disponibile e piani di rimborso più lunghi. Questo ha consentito di tenere sotto controllo la rischiosità del comparto, con il tasso di default che nella prima parte dell’anno si è mantenuto stabile anche grazie alla moratoria varata dal governo per la sospensione del pagamento delle rate dei finanziamenti accesi”, conclude Rubini.

Il primato della Toscana
Nel complesso, la regione con la quota più elevata di popolazione maggiorenne con almeno un rapporto di credito attivo è risultata essere la Toscana, con il 46,5% del totale, seguita da Friuli-Venezia Giulia (con il 44,9%), dalla Sardegna e dal Lazio (entrambe con il 44,7%) e dal Piemonte (con il 43,6% della popolazione). All’estremo opposto del ranking si colloca il Trentino Alto Adige, regione in cui solamente il 21,6% della popolazione risulta avere almeno un rapporto di credito attivo, preceduta dalla Basilicata (con il 33,2%) e dal Molise (con il 35,5%).