Anche in un momento così difficile bisogna saper ridere, l’importante è non cadere mai nel cattivo gusto. Giovanni Vernia, comico, conduttore radiofonico e intrattenitore diventato famoso grazie ai personaggi e alle imitazioni presentate sul palco di Zelig, cammina come un equilibrista fra l’attualità e la necessità comunque di strappare un sorriso a chi lo ascolta ogni giorno su Radio Dimensione Suono durante le trasmissioni “I peggio di Rds” e “I peggio più peggio di Rds”.

Giovanni, chi sono “I peggio di Rds”?
“Sono Petra Loreggian e il sottoscritto: Pe-Gio sono le iniziali dei nostri nomi e da lì nasce il nome della trasmissione. Quando sono arrivato a Rds mi è stato chiesto di vivacizzare la conduzione e ora siamo andati oltre e quindi da ‘I peggio di Rds’ che va in onda dalle 12 alle 14 è nato ‘I peggio più peggio’ che, tra le 14 e le 15, spinge ancora di più l’acceleratore sull’ironia e sulla comicità”.

Il pubblico ti conosce soprattutto per i tuoi personaggi di Zelig, a partire dall’incontenibile Jonny Groove. Come cambia il tuo stile in radio?
“In tv devi sempre bucare lo schermo: devi apparire immediatamente comico ed esplosivo. La radio permette di ‘creare un mondo’ fatto di basi musicali, seconde voci, imitazioni: devi colpire l’immaginazione basandoti soprattutto sull’attualità, perché è su quello che la radio si basa”.

In questo periodo non deve essere far ridere toccando i temi dell’attualità. Qual è il confine che non si può oltrepassare?
“La cosa principale in questo periodo è non essere di cattivo gusto. La cosa più importante è scegliere l’argomento giusto. Non si può ridere di tutto ma ci si può provare. Nella nostra rubrica ‘se non lo sai sallo’, per esempio, abbiamo parlato di ‘tutte le cose che non sapevamo sul lockdown’ e quindi, nonostante la drammaticità della situazione, la gente rideva perché ritrovava una condizione che tutti abbiamo vissuto”.

Prima di fare spettacolo, nella tua vita c’era una carriera da consulente. Come è avvenuto questo salto?
“Ero sempre a contatto con la gente e prendevo un sacco di ispirazione per le mie imitazioni. La sera, una volta finito di lavorare, organizzavo i miei ‘Vernia show’ per i colleghi. Per un periodo sono stato anche ospite di Poste con la società per cui lavoravo: il quartier generale dell’Eur è una città nella città e lì ho conosciuto la mia futura moglie…”.

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