La pandemia ha reso necessaria un’accelerazione inimmaginabile. Le aziende, soprattutto quelle ramificate e di grandi dimensioni come Poste, sono state chiamate a una trasformazione profonda. E solo chi, proprio come Poste, aveva adottato un approccio digitale globale, ha saputo definire metodologie e strategie affrontando la prima parte dell’emergenza mantenendo operativo il servizio e il business e arrivare pronto alla seconda ondata, che sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo. Una trasformazione accelerata dalla presa di coscienza che ciò che è stato messo in piedi – ciò che ha funzionato – durante la crisi epidemiologica è diventato un modello strutturale per l’Azienda, con l’obiettivo di affrontare al meglio le nuove sfide. Poste ha messo a punto uno sforzo rilevante dal punto di vista tecnologico, “imprimendo una forte accelerazione al piano di adoption della suite Office 365 e assicurando il rispetto – nello svolgimento del lavoro agile – delle politiche di sicurezza volte a garantire la protezione delle risorse informative aziendali” spiega Pierangelo Scappini, Responsabile Risorse Umane e Organizzazione. “Complementare e altrettanto rilevante è stato l’impegno richiesto per la rimodulazione dei piani formativi avviati a supporto del piano di adoption Office 365, necessari per abilitare la diffusione di un mindset collaborativo e favorire l’effettiva adozione degli strumenti messi a disposizione”.

Nuova filosofia di lavoro
La chiave di lettura, dunque, è quella di un percorso di cambiamento che non è rimasto un intervento eccezionale ma una vera e propria filosofia di lavoro nella nuova normalità. Si pensi allo smart working, ovviamente, ma anche alla ridefinizione – spiega ancora Scappini – “del modello di valori e competenze richiesto per abilitare un efficace ricorso al lavoro agile, ridisegnando il modello di leadership e individuando e sviluppando attitudini, competenze e comportamenti che il lavoro agile richiede a tutte le persone dell’Azienda”. Stanno quindi evolvendo tutti i sistemi di sviluppo, “a partire dal performance management – prosegue Scappini – che richiede una diversa cultura della valutazione e del feedback, adatta a un contesto caratterizzato da una maggiore autonomia e responsabilizzazione dei dipendenti sia nella gestione dei tempi che nel raggiungimento dei risultati”. “La crisi – afferma ancora Scappini – ha messo ancora più in luce la centralità delle persone all’interno dell’organizzazione aziendale. Ne consegue la necessità di adottare modalità di relazione sempre più fondate su fiducia, delega e senso di responsabilità, determinando un cambiamento nel ruolo dei capi ma anche nell’approccio dei collaboratori. Questa trasformazione è facilitata dall’adozione di interventi organizzativi volti a superare l’attuale modello gerarchico a favore di soluzioni che abilitino un nuovo modo di operare fondato su autonomia e assunzione di responsabilità quali presupposti per il raggiungimento degli obiettivi”.

Effetti concreti
Stiamo dunque evolvendo verso un modello che sia coerente con i nuovi stili di vita e con gli obiettivi di sostenibilità che Poste persegue. Maggiore motivazione, minore traffico, maggiore possibilità di conciliare il lavoro con la vita privata, minori costi per le persone e minore impatto sull’ambiente sono effetti concreti dei questo nuovo approccio. Ad esempio, poter restituire ai colleghi anche solo parte del tempo che si impiega nella mobilità per raggiungere il posto di lavoro è considerato un dovere di cui beneficiano sia il Sistema Paese sia l’Azienda. Per noi la vera sfida è quella di stare al passo con le nuove abitudini e con le nuove necessità attraverso un sistema di valorizzazione di conoscenze e competenze che punta prima di tutto sulla formazione personalizzata e sull’aggiornamento continuo. La formazione a distanza ha consentito di dare continuità agli interventi fondamentali per la business continuity, sia in termini di formazione specialistica (ad esempio sull’offerta commerciale a distanza, sull’utilizzo degli strumenti di collaboration o sulle tematiche normative obbligatorie) sia offrendo un supporto per affrontare la crisi in merito a tematiche quali la gestione delle emozioni nell’emergenza, la leadership per lo smart working e la comunicazione organizzativa per gestire i collaboratori a distanza.

 Formazione a distanza
La situazione emergenziale, correlata alla diffusione del virus, ha avuto naturalmente conseguenze anche sulla formazione in materia di sicurezza sul lavoro, rendendo necessaria la sospensione delle attività formative in aula. A spiegarlo è sempre Scappini: “Grazie a specifici interventi normativi di ordine locale e successivamente nazionale, è stato possibile effettuare – anche su questa materia – formazione a distanza con videoconferenze o web-conference in modalità sincrona”. E il contesto di distanziamento al quale abbiamo dovuto improvvisamente abituarci ha ulteriormente favorito lo sviluppo di soluzioni alternative all’aula, dando un’improvvisa accelerazione alle soluzioni di apprendimento e formazione da remoto, siano esse in “presenza virtuale” come i webinar, sia basate su piattaforme di e-learning. “Tutto ciò – aggiunge Scappini – ha richiesto un’evoluzione tanto rapida quanto necessaria, generando un importante processo di innovazione e implementazione di metodi e strumenti. Un balzo evolutivo, che in un contesto “ordinario” si sarebbe concretizzato nell’arco di qualche anno, è stato realizzato in meno di due mesi”. “Sono state sperimentate nuove modalità di apprendimento, nuovi strumenti, nuovi modelli di progettazione didattica al fine di rendere la formazione accessibile a tutti, aggiornata costantemente nei suoi contenuti, adattando l’offerta formativa alle necessità del singolo e rendendo personalizzata e unica la learning experience” conclude il Responsabile della funzione Risorse Umane e Organizzazione di Poste.