campioni nazionale

La Nazionale di Calcio e Poste Italiane: due modi vincenti di fare squadra, due modelli di successo che, nel corso di questi Campionati Europei, sono andati a braccetto, fino al traguardo raggiunto insieme. Questa è stata anche l’idea dei tanti protagonisti del pallone che Postenews ha intervistato, nel corso di quest’ultimo periodo, coinciso con le sfide di Euro 2020.

Messaggio al Paese

Fare squadra, dicevamo: un concetto fondamentale. Anche per superare i difficili momenti che stiamo attraversando. Almeno a sentire l’ex campione del Mondo di Spagna ’82, Antonio Cabrini, il quale ha dichiarato a Postenews che “una squadra come quella di Mancini, che non molla mai, può lanciare un messaggio davvero importante per il Paese in questo periodo duro, per venire fuori dai momenti drammatici che abbiamo attraversato in questi ultimi mesi”.

Un nuovo Bearzot

Gli ha fatto eco Claudio Gentile, il quale ha dichiarato che “Roberto Mancini, come un nuovo Enzo Bearzot, ha saputo fare gruppo, perché il gruppo è determinante per vincere”. Da un arcigno difensore all’altro: Fabio Cannavaro, anche lui campione del mondo con la Nazionale (nel 2006), ha indicato la via. “La nostra storia insegna che, a parte Roberto Baggio nel ’94, l’Italia non ha mai puntato su un fuoriclasse, ma su un gruppo forte – disse l’ex capitano azzurro – un gruppo capace di esaltarsi nelle difficoltà. Per me l’uomo in più è stato Mancini, per come ha fatto giocare la squadra e ha gestito gli uomini”.

Unire le persone

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Claudio Marchisio, secondo il quale “la forza della Nazionale è sempre stata quella di unire le persone”. Un esempio da trasferire anche nella vita di tutti i giorni: “L’entusiasmo che ha accompagnato questa avventura della Nazionale – ha sottolineato l’ex centrocampista azzurro – mi auguro possa essere trainante anche per l’intero Paese”. E c’è addirittura chi è già andato oltre, come Marco Tardelli, il quale aveva dichiarato a Postenews che “l’Italia, in questo Europeo, sta preparando la strada per un Mondiale 2022 che potrebbe vincere”. Non corriamo, ma dopo questo trionfo sognare è lecito.

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