Dall’India alle Dolomiti: “Nei piccoli centri noi portalettere siamo un punto di riferimento”

Un portalettere di origini indiane sulle montagne delle Dolomiti. Il quotidiano bolzanino Dolomiten racconta la storia di Anand, portalettere a Bolzano e dintorni.

Dall’India alle Dolomiti

Anand ha 39 anni, è nato in India ed è stato adottato da piccolo da una famiglia italiana. Oggi lavora come postino a Bolzano e dintorni dopo aver ricoperto la stessa mansione per cinque anni nei comuni di Tesimo, Nalles e Senale/San Felice: “Ho cambiato sede solamente per motivi economici – dice – Adesso vado al lavoro a piedi o in bicicletta. Ma magari prima o poi torno”.

L’aiuto della gente delle montagne

“All’inizio nei comuni ho avuto grosse difficoltà ad ambientarmi – spiega – In particolare, nel comune di Tesimo era difficile lavorare a causa della mancanza dei nomi delle strade. Grazie all’aiuto dell’amministrazione comunale e dei cittadini, un po’ alla volta, sono riuscito a individuare tutti gli indirizzi a cui dovevo recapitare. Le persone sono davvero sempre state pronte ad aiutarmi, nei piccoli paesi ci si conosce, e tutti sanno tutto di tutti. Qui a Bolzano invece a volte non si conoscono i vicini di casa. Anche a Senale/San Felice inizialmente ho incontrato delle difficoltà a orientarmi”.

Un punto di riferimento

Anand non è soltanto un portalettere. Come spesso capita nei piccoli comuni, diventa un punto di riferimento per la gente del posto, quasi un amico: “Le persone mi hanno sostenuto – racconta al quotidiano di lingua tedesca – e sono sempre state amichevoli e disponibili. All’inizio mi hanno osservato, per capire come mi comportavo. La popolazione però ha capito in fretta che amo il mio lavoro, che sono pronto a imparare e socievole. Sono diventato presto più di un portalettere. Mi cercavano anche per una chiacchierata, e io mi sono sentito davvero parte della comunità, spesso sono stato l’unica occasione per parlare per chi vive solo e anzi mi attendevano con impazienza”.

Il recapito sotto la neve

Anand ripercorre i cinque anni passati sulle Dolomiti e ricorda i giorni in cui è stato costretto a svolgere il servizio di portalettere in mezzo alla neve: “Sono rimasto bloccato con la mia auto di servizio nel cortile di un maso a Senale/San Felice. Mentre stavo montando le catene da neve è apparso improvvisamente il proprietario del maso dicendomi di rimontare in auto. Ha quindi indossato i guanti e mi ha montato le catene da neve. Sua madre mi ha preparato del tè. Sono stato davvero trattato benissimo. Le persone mi sono entrate nel cuore”, racconta.

Il contatto con la gente

Randazzo conclude ricordando il lato più importante del lavoro di portalettere: “Sono sempre in contatto con le persone, faccio sempre nuove conoscenze e ho molto tempo libero. Sono portalettere nel cuore, nell’anima”.