Matrice nella rete delle “Città e Borghi degli antichi mulini”

Matrice conquista, grazie all’esistenza sul territorio del Mulino Cofelice la facoltà di fregiarsi del titolo “Matrice Borgo degli Antici Mulini”. Soddisfazione da parte del Sindaco, Arcangelo Lariccia che da tempo aveva inteso corrispondersi con i vertici dell’Associazione, per poter entrare a far parte della Rete promossa dai Sindaci di Bovino (Fg), Morcone (Bn) e Castel San Lorenzo (Sa). La Rete, che vede nella sua conformazione amministrativa i comuni che hanno come elemento identitario uno o più mulini, per lo più ad acqua, è stata costituita con atto notarile in quel di Bovino (capofila), per volontà dei sindaci Vincenzo Nunno (Bovino), Giuseppe Scorza (Castel San Lorenzo), Luigino Ciarlo (Morcone).

Un nuovo futuro

Tre sindaci, dai loro borghi già fregiati di importanti riconoscimenti, che hanno inteso costituire la rete, con l’intento di implementare la loro condizione culturale già avanzata e progettare, insieme a un comitato tecnico scientifico che vede tra i costituenti i Molisani Maurizio Varriano, coordinatore dei Borghi d’Eccellenza, nonché Presidente del Parco Letterario e del Paesaggio “F. Jovine”, il cantautore Lino Rufo, il mugnaio Dionisio Cofelice oltre che studiosi, professionisti nel settore dell’alimentazione, progettisti Europei, esperti di Bandi pubblici, personaggi della cucina e della ricerca, tra essi la dottoressa Mafalda Inglese, il dott. Francesco La Torre, Antonio Lombardi, l’avvocato Vincenzo Florio, Costanzo Cascavilla, Massimo Zambri, Carlo Bosna esperto di turismo, l’architetto Daniele Venturiello, un nuovo futuro fatto di identità e peculiarità della tradizione mai dimenticata e fucina di biodiversità, eccellenza, sapori, architettura civile ed industriale, dal sapore aggregante e sicuramente affascinante tanto da essere considerato il futuro del turismo e della cultura esperenziale.

L’antico per ritrovare ciò che abbiamo perso

L’antico che si fa portatore di innovazione culturale per rigenerare territori e definire quella linea di demarcazione tra l’utile e l’inutile modo di vivere il territorio, la sua identità, la condizione dell’uomo che ormai non riesce più a soddisfare le proprie esigenze emotive. – L’emozione non è un gioco – ma è il fine per poter considerare, il poter riconsiderare, ciò che abbiamo perso per voracità, forza centrifuga mai governata, irriverenza per un paesaggio che alla luce delle nuove diposizioni, di una politica senza una vera spinta a trazione ambientale, facendo finta di legiferare pro ambiente e biodiversità, inserisce in Costituzione la loro salvaguardia unitamente a quella del paesaggio, e poi rilascia autorizzazioni per parchi eolici senza criteri di posizionamento, campi fotovoltaici che tolgono terreno all’agricoltura ponendo accenti negativi sulla conservazione della biodiversità.