Roma, 11 ott – Nel 2017, le istituzioni non profit attive in Italia sono 350.492 – il 2,1% in più rispetto al 2016 – e impiegano 844.775 dipendenti (+3,9%). Il settore non profit continua a espandersi con tassi di crescita medi annui superiori a quelli che si rilevano per le imprese orientate al mercato, in termini sia di numero di imprese sia di numero di dipendenti. Di conseguenza, aumenta la rilevanza delle istituzioni non profit rispetto al complesso del sistema produttivo italiano, passando dal 5,8% del 2001 all’8,0% del 2017 per numero di unità e dal 4,8% del 2001 al 7,0% del 2017 per numero di dipendenti. E’ quanto rileva l’Istat nell’analisi ‘Struttura e profili del settore non profit’.
Rispetto al 2016, la crescita del numero di istituzioni risulta più sostenuta al Sud (+3,1%), nel Nord-Ovest (+2,4%) e al Centro (+2,3%). Le regioni più dinamiche sono Campania (+7,2%), Molise (+6,6%), Provincia autonoma di Bolzano (+4,2%), Calabria (+3,3%) e Lazio (+3,1%).
Una flessione si rileva per la Sardegna (-5,6%) e, in misura più contenuta, per la Puglia (-1,2%). Nonostante la dinamica più sostenuta del Sud, la localizzazione delle istituzioni non profit si conferma molto concentrata sul territorio, con oltre il 50% delle istituzioni attive nelle regioni del Nord, contro il 26,7% dell’Italia meridionale e insulare.
Il numero di istituzioni non profit ogni 10mila abitanti è un indicatore che misura la rilevanza del settore non profit a livello territoriale: se al Centro-nord tale rapporto assume valori superiori a 60 (in particolare al Nord-est, dove raggiunge il livello di 69,2), nelle Isole e al Sud è pari rispettivamente a 48,3 e 43,7.
Rispetto al 2016, i lavoratori dipendenti impiegati dalle istituzioni non profit crescono di più al Centro (+5,3%) e nel Nord-est (+5,0%) mentre mostrano una lieve flessione nelle Isole (-1,2%). Le regioni maggiormente interessate dalla crescita degli occupati sono la Provincia autonoma di Bolzano (+11,8%), il Molise (+9,3%) e la Toscana (+8,2%); gli occupati sono invece in calo in Basilicata (-12,0%), Valle d’Aosta (-3,5), Sicilia (-2,0%) e Umbria (-0,2%).
Nel complesso, i dipendenti delle istituzioni non profit risultano ancora più concentrati delle istituzioni non profit dal punto di vista territoriale, con oltre il 57% impiegato al Nord.
Rispetto all’anno precedente, le istituzioni non profit aumentano per tutte le forme giuridiche, in misura più accentuata per le associazioni (+2,0%) e con l’eccezione delle fondazioni, in lieve diminuzione (-0,9%) (Prospetto 3). L’associazione è la forma giuridica che raccoglie la quota maggiore di istituzioni (85,1%), seguono quelle con altra forma giuridica (8,3%), le cooperative sociali (4,5%) e le fondazioni (2,1%).
I dipendenti aumentano in misura maggiore nelle associazioni (+9,3%) e nelle fondazioni (+3,8%). La distribuzione dei dipendenti per forma giuridica resta piuttosto concentrata, con il 52,2% impiegato dalle cooperative sociali, quota che si attesta al 20,0% e al 12,1% rispettivamente nelle associazioni e nelle fondazioni.
Circa due istituzioni su tre attive nel settore della cultura, sport e ricreazione. La struttura delle istituzioni non profit per attività economica risulta sostanzialmente stabile (Prospetto 4), con il settore della cultura, sport e ricreazione che raccoglie quasi due terzi delle unità (64,5%), seguito da quelli dell’assistenza sociale e protezione civile (9,2%), delle relazioni sindacali e rappresentanza interessi (6,5%), della religione (4,8%), dell’istruzione e ricerca (4,0%) e della sanità (3,5%).
Le istituzioni che presentano un incremento percentuale maggiore rispetto al 2016 sono quelle attive nei settori delle relazioni sindacali e rappresentanza interessi e dell’istruzione e ricerca (+3,7%) e della cooperazione e solidarietà internazionale (+3,5%); al contrario, risultano leggermente in calo i settori dello sviluppo economico e coesione sociale (-1,9%) e dell’ambiente (-1,3%).