Roma, 14 mar – Rischia di slittare di almeno un mese il vertice bilaterale del presidente Usa Donald Trump con il suo omologo cinese, Xi Jinping, che dovrebbe sancire la pace delle due potenze globali sulla guerra dei dazi. Previsto entro la fine di marzo, ora, a dispetto dei ripetuti messaggi di “grandi progressi” nelle trattative, secondo Bloomberg potrebbe essere rinviato a fine aprile.
In bilico oltre alla tempistica, la sostanza delle trattative, ci sarebbero anche le modalità con cui far svolgere questo incontro. Trump non ha fatto segreti di voler tenere la bilaterale presso la sua residenza in Florida, a Mar-a-Lago. Pechino però starebbe premendo perché il tutto sia invece confinato in una visita di Stato formale, in cui controfimare il trattato senza particolari eventi di colore a margine.
Sempre secondo queste ricostruzioni, lo staff di Xi avrebbe abbandonato i preparativi per effettuare il viaggio negli Usa che si era ipotizzato di tenere dopo la visita in Europa la prossima settimana.
Ovviamente si tratta di una partita che non riguarda unicamente Usa e Cina: l’incertezza sugli scambi commerciali e la tensione che si è accumulata su questa vicenda negli ultimi mesi ha avuto ricadute sui livelli di fiducia in tutte le economie del mondo. E’ è stata indicata come fattore frenate dell’economia globale da tutte le maggiori istituzioni finanziarie internazionali, come Fmi e Ocse.
Nei giorni scorsi il capo negoziatore Usa Robert Lighthizer ha riconosciuto che alcuni elementi di rilievo restano irrisolti, con pochi segni di progressi in particolare su nodi chiave come la tutela della proprietà intellettuale. Trump per parte sua ha moderato i toni precedentemente entusiastici, rilevando che la bilaterale potrebbe tenersi a accordo fatto oppure lasciando alcuni aspetti tecnici ancora da negoziare. Ma concedendo che se Pechino volesse regolare tutto prima della firma così sarà.
Non ultimo, il recente mancato accordo Usa-Corea del Nord sul nucleare potrebbe aver alimentato alcune diffidenze cinesi: sul rischio che la bilaterale sia uno show di visibilità soprattutto per l’inquilino della Casa Bianca e sulla possibilità che, anche facendo venire Xi negli Usa, Trump possa all’ultimo compiere un colpo di scena e tirarsi indietro.