Roma 29 ott – Trento, Mantova, Bolzano, Pordenone e Parma sono le cinque città in testa alla classifica di “Ecosistema Urbano 2019”, la ricerca di Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulle performance ambientali dei capoluoghi di provincia pubblicata sul Sole 24 Ore. Un tema particolarmente importante in questo momento storico, con il governo Conte-bis che ha messo il “Green new deal” tra le proprie priorità e le nuove generazioni – chi in piazza durante i Fridays for future e chi iscrivendosi a facoltà come Economia dell’Ambiente o Ingegneria ambientale – che dimostrano di essere molto sensibili al tema. Mantova, regina nel 2018, cede lo scettro a Trento che sale per la prima volta al vertice della classifica sulle città più “green” d’Italia. Il successo della città trentina, quarta lo scorso anno, è arrivato grazie alle basi solide degli anni passati come piazzamenti da top ten nella raccolta differenziata, nel sistema del trasporto pubblico, nel ricorso alle energie rinnovabili e in una rete idrica che limita efficacemente le dispersioni.
La classifica sull’Ecosistema Urbano, sesta tappa di avvicinamento all’indagine sulla Qualità della vita 2019 del Sole 24 Ore che quest’anno celebra i 30 anni dell’iniziativa, impiega 18 parametri divisi in cinque macro categorie: qualità dell’aria, rete idrica, mobilità, ambiente e rifiuti. Gli indicatori spaziano dal numero di alberi all’offerta del trasporto pubblico, alla concentrazione di PM10 nell’aria alla dispersione della rete idrica, fino alla superficie occupata dalle piste ciclabili.
Nella prima metà della classifica si trovano città grandi come Bologna (13°), Firenze (24°), Perugia (26°) e pure Milano, che però rispetto allo scorso anno perde nove posizioni e occupa il 32° posto, oppure comuni del Sud come Cosenza (14°) e Teramo (28°), a confermare che la regola che l’Italia del buon ecosistema urbano è principalmente l’Italia che fa bene e spende bene le sue risorse, che si evolve e pianifica le trasformazioni future. In coda alla classifica, chiusa da Catania (Siracusa e Vibo Valentia restano fuori per mancanza di dati aggiornati), si trovano alcuni grandi centri urbani come Napoli (89°), Bari (87°), Torino (88°), Roma (89°), Palermo (100°) e Ragusa (101°) sui quali pesano fattori come il traffico, i rifiuti, l’acqua.
Dall’analisi dei dati, emerge un’Italia dinamica, attenta alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, all’impegno contro lo spreco alimentare, alla crescita degli spazi naturali; ma una lettura d’insieme delle aree urbane restituisce emergenze, criticità e troppe performance ambientali scadenti o pessime, a cominciare dall’allarme smog o dal ciclo dei rifiuti. Un’Italia in cui migliora la qualità dell’aria, nel complesso e si riducono i consumi d’acqua.